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Lettere dal 1900: “Ci sara' una volta in Europa”: ricetta di una favola da scrivere

Prosegue l'appuntamento di Calciomercato.it col punto di vista biancoceleste

19 aprile 2010. Da quella data sono passati 19 mesi. 560 giorni fa, il Vaslui perdeva la sua ultima gara in casa: da allora, un fortino inespugnabile. I romeni hanno dimostrato all'andata tutto il loro merito di giocare in Europa League: dal 2008 (data di esordio nel calcio internazionale) ad oggi, nessuna squadra ha mai vinto in casa loro. Neppure il Twente, che per qualificarsi alla fase a gironi della Champions League ha dovuto vincere 2-0 in Olanda lo scorso agosto. Questo è l'ostacolo tra la Lazio e i sedicesimi di finale. Un ostacolo degno d'Europa.

1 dicembre 2011. La Lazio entrerà nella 'Perla di Moldavia': il Ceahlăul Stadium. E' lì che i transilvanici giocano le partite europee: l'impianto di casa, il Municipal, non ha soddisfatto i criteri UEFA. Ma la sostanza non è cambiata neppure così: imbattuti erano, imbattuti restano. Ne sa qualcosa lo Sporting Lisbona, che ieri ha visto infrangersi il record di miglior serie positiva continentale del momento proprio con una sconfitta in Romania. Viorel Hizo, allenatore dei miracoli del Vaslui, vuole una grande vittoria contro i biancocelesti. Il suo presidente, Adrian Porumboi, argina gli entusiasmi ma non le ambizioni: basta un pareggio per passare il turno. Fatto sta che i loro sogni di gloria, a fronte di questi numeri strepitosi, non sono ingiustificati.

La Lazio vista ieri sera verrebbe ridicolizzata in Romania. Squadra lenta, centrocampo inconsistente, possesso palla misero. E' triste ammetterlo, ma è bastato togliere Hernanes (oltre al lungodegente Mauri) per trasformare una squadra con ambizioni di Champions League in una provinciale. La solfa dovrà cambiare: Reja lo sa. In Romania giocheranno i migliori, fa niente che non siano i più freschi. A differenza di ieri, in Romania il risultato passerà dalla prestazione.

E Lotito, intanto? Certamente architetta qualcosa. Il passaggio del turno rappresenterebbe una svolta epocale nella sua gestione. L'Europa League offre bottini economici striminziti, ma vuoi mettere col blasone dell'impresa? L'encomio per una vittoria in terra avversaria dovrebbe essere come minimo un grande acquisto a gennaio. Perché sì il passaggio del turno, sì la differenza reti, sì tutto, ma senza gioco, nella fase finale, rischieremmo di prendere una sonora “bambola” col primo Twente (già qualificato) che passa. A differenza del Vaslui.

Redazione

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