Primo settembre duemilaquattro. Claudio Lotito chiude la sua prima campagna acquisti da presidente della Lazio con nove ingaggi in un giorno: dai gemelli Filippini a Talamonti, da Siviglia a Mea Vitali, da Robert a Gonzalez, per non dimenticare – anche se sarebbe meglio farlo – Seric. E poi c'è lui, che viene dall'Empoli, che piaciucchiava a mezza Serie A e sembrava poter dire la sua. Lui è di Venezia, il grande palcoscenico l'ha vissuto di sfuggita alla Juventus, in Primavera. La prima cena in biancoceleste, assieme agli altri acquisti, la passa assieme a Paolo Di Canio: si veste con gusto talmente dubbio che il romano lo prende subito in giro. Ne nascerà un'amicizia capace di esplodere in un Lazio-Roma 3-1, quando entrambi castigheranno i giallorossi, dopo una notte insonne in cui Di Canio ha cercato di spiegargli quanto cuore significhi il derby della Capitale.
Sono passati sette anni e due mesi, e oggi Tommaso Rocchi festeggia i cento gol in biancazzurro. Festeggia la convocazione in Nazionale, festeggia una Coppa Italia, festeggia una Supercoppa Italiana, festeggia un accesso in Champions e due in Europa League. Non ha mai smesso di segnare e stupire, in sordina, Tommaso Rocchi. Il suo è un carattere mite, gentile: non gli piacciono i clamori del palcoscenico, preferisce un'esultanza genuina e tanto lavoro. Ci ha messo sette anni e due mesi per entrare in tripla cifra nella storia del club, ma ci ha messo un secondo per conquistare il cuore di chiunque se ne intenda di calcio: persino i tifosi “cugini”, i fan della Roma, quando lo incontrano hanno piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui. Per essere un signore del calcio, devi essere un signore nella vita: altrimenti, per quanto talento tu possa vantare, risulterai sempre indigesto.
Oggi Rocchi si gode quelle luci a cui non è abituato. Tv e giornali parlano di lui, gli opinionisti lo incensano, gli amici lo raccontano. Non una polemica attorno ad una carriera limpida, fatta soltanto di passione e fiuto del gol. La sua centesima marcatura dice tutto, nella dinamica: uno sguardo d'intesa con Ledesma, appena un cenno del capo, e poi via alle spalle del difensore, sul filo del fuorigioco — il filo di cui si conferma uno dei migliori equilibristi d'Italia ancora oggi —, con un colpo di testa dei suoi e un facile tap in a ribadire in rete sul miracolo di Agazzi. Per l'occasione, Rocchi ha alzato al cielo il pollice e l'indice di entrambe le mani: di solito festeggia soltanto con una, in onore a quel gesto che piace tanto a sua figlia, ma ieri ha dovuto raddoppiare, ha dovuto farlo non solo per Camilla, ma anche per Filippo; ha dovuto farlo per tutta la gioia che gli è esplosa in corpo. Loro piccoli, lui grande. Cento volte grande. E sette anni e cento gol dopo, per i suoi tifosi, è sempre “Tom-ma-so Roc-chi! Làlàlàlàlàlà! Tommaso Rocchi!“
Atto finale della Supercoppa Italiana, dopo le semifinali giocate nei giorni scorsi: si contendono il…
Sapete chi ha realizzato più autogol in Serie A quest'anno? Ecco il giocatore, molto talentuoso,…
Nuova bufera può travolgere la Fifa: arriva il duro attacco, può saltare il Mondiale per…
Dopo la vittoria contro il Lecce, la Juventus si prende momentaneamente la vetta della classifica:…
Chiesa sente ancora male al ginocchio e non riesce ad essere a disposizione di Allegri:…
La Juventus torna da Lecce con tre gol e tre punti, la vetta della classifica…