ETO'O INTER ANZHI MORATTI MATRIX / MOSCA (Russia) – A breve il gelo dell'inverno russo farà sentire le sue prima avvisaglie, ma Samuel Eto'o non è spaventato dal brusco abbassamento delle temperature. Un pò perché in quei mesi di freddo polare emigrerà verso lidi più caldi, un po' perché all'Anzhi lo coccolano e lo riscaldano costantemente. Il camerunense è infatti trattato con tutti e più i riguardi: dalla doppia guardia del corpo agli innumerevoli benefits all'ingaggio da 20 milioni di euro. Nella sua Mosca dorata Eto'o non ha perso però l'interesse per la sua Inter e anche da tremila chilometri di distanza continua a soffrire e a tifare per i nerazzurri. “Quando me ne sono andato, non l'ho detto così per dire: non smetterò mai di essere interista – ha detto Eto'o in un'intervista alla Gazzetta dello Sport – E allora per l'Inter soffro, sto male per non poterla aiutare”. Il camerunense intravede in Pazzini l'uomo della resurrezione nerazzurra: “Finora hanno fatto giocare poco il Pazzo, ma sono convinto che appena tornerà titolare stabilmente, quella maglia sarà difficile togliergliela: visto, sabato a Bologna? E' uno dei rimpianti con cui me ne sono andato: avrei voluto giocare di più con lui”. Eto'o ha fiducia: “Credo che stiano trovando una soluzione, che il peggio sia passato: sento che l'Inter si riprenderà, anche perché mi fido ciecamente di Moratti“. E ha buone sensazioni anche su Ranieri: “Sono felice che l'abbiano scelto, peccato sia arrivato quando io ero già andato via. Ci rincorriamo da un sacco di tempo, mi voleva già quando era al Chelsea e poi alla Juve: avrei lavorato volentieri con lui, gli dico in bocca al lupo”. Per quanto lo riguarda Eto'o non ha rimpianti: “io non mi guardo mai alle spalle: oggi sono felice dove sono”, gira con due guardie del corpo, spera di giocare la champions il prossimo anno e si preoccupa della sua famiglia: “per cosa si lavora, se non per vivere e far vivere la propria famiglia al massimo, il meglio possibile? Per gli stessi soldi che guadagnavo all'Inter non sarei venuto, certo, ma chi lo avrebbe fatto? Chi mi chiama mercenario è libero di non crederlo, ma per me oggi rendermi conto di far felice gente che mi porta già nel cuore anche senza conoscermi vale quanto i soldi”.
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