STORIA DEL CALCIO, 24 ROMA CAMPIONE D’ITALIA / MILANO – La stagione 1940/41 presenta l'ultimo atto dell'alternanza nell'albo della Serie A tra Bologna e Ambrosiana-Inter; siamo al canto del cigno per il Bologna 'che tremare il mondo fa', campione d'Italia per la quarta volta negli ultimi sei anni.
I felsinei incrementano il proprio tasso tecnico soffiando il 'vecchio' Giovanni Ferrari proprio ai neroazzurri. La gara che palesa l'evidente superiorità rossoblu è lo scontro diretto della decima di ritorno: Bologna-Ambrosiana termina con un eloquente 5-0 a favore dei padroni di casa, grazie alle doppiette di Biavati e Reguzzoni e alla rete di Puricelli. Alle spalle delle prime due si piazzano Milano e Fiorentina. Tra i rossoneri si distinguono Aldo Boffi e il giovane centravanti Gino Capello; gioca quattordici partite segnando sei reti Giuseppe Meazza, passato non senza polemiche ai 'cugini'. Nei viola un ventunenne Romeo Menti realizza diciassette reti, piazzandosi al secondo posto della classifica cannonieri, nella quale primeggia Puricelli, al pari del giallorosso Amadeo Amadei. In B Bari e Novara, quest'ultima condannata dal quoziente reti che salva invece la Lazio.
La finale di Coppa Italia ha come protagoniste Roma e Venezia. L'andata si gioca nella capitale e termina con il risultato di 3-3; tra i lagunari segna una doppietta Valentino Mazzola, mezz'ala che saprà farsi valere (eccome!) nelle stagioni successive con la maglia del Torino. Si va al replay giocato a Venezia, con successo per i padroni di casa con gol di Ezio Loik, un altro che farà la storia granata. Primo e a tutt'oggi unico titolo per i veneziani.
La guerra va avanti ed espande i suoi tristi scenari in Africa e Asia; nel dicembre del '41 scendono in campo anche gli Stati Uniti trasformando in conflitto un una questione di dimensioni planetarie. L'Italia subisce una serie imbarazzante di disfatte che rischiano di affossare la credibilità del regime fascista. Nonostante tutto la Serie A è tra i pochi tornei europei a non interrompere l'attività agonistica. Ferma invece la nazionale per tutto il 1941, vista l'oggettiva impossibilità di organizzare match internazionali.
E allora avanti, imperterriti, il calcio non si ferma. Campionato 1941/42. Il Venezia di Mazzola e Loik si rende protagonista di una grande partenza, ma alla lunga deve subire il rientro di Roma e Torino; chiuderà con un prestigioso terzo posto dietro ai granata. Lo scudetto va alla Roma; è il primo titolo per una squadra del centro-sud, primo trionfo per la 'Città Eterna', a coronamento del progetto avviato a fine anni 20' con la fondazione della società giallorossa e con la riunificazione delle squadre di tutta la penisola nel campionato a girone unico. I giallorossi sono guidati in panchina dall'ungherese Alfréd Schaffer, ex CT della nazionale magiara; giocatori simbolo l'anziano portiere Guido Masetti (34 anni) e il giovane attaccante Amedeo Amadei (20 anni) autore di diciotto reti. L'entusiasmo capitolino porta Amadei ad essere soprannominato “l'Ottavo Re di Roma”, definizione più volte riciclata per i campioni della Roma che gli succederanno. Questa la formazione Campione: Masetti; Brunella, Andreoli; Donati, Mornese, Bonomi; Krieziu, Cappellini, Amadei, Coscia, Pantò.
La vittoria romanista scatena una serie di voci sul fatto che lo scudetto fosse stato pilotato dal regime, con l'intento di regalare prestigio alla Capitale in un periodo storico oggettivamente critico per il fascismo. Resta il fatto che nessuna prova di illecito è mai emersa a riguardo.
Ancora una volta (la terza in carriera) è Aldo Boffi il principe dei marcatori. Dopo alcune stagioni non degne della sua fama, torna a farsi valere con diciotto realizzazioni Silvio Piola, che riporta la Lazio nelle posizioni nobili della classifica dopo aver rischiato la B l'anno prima. Nella serie cadetta scendono invece Modena e per la prima volta il Napoli; partenopei penalizzati, più che da demeriti dal punto di vista tecnico, dai continui bombardamenti della città da parte degli anglo-americani. Coppa Italia alla Juventus che supera in finale il Milan.
In primavera la nazionale di Pozzo scende in campo dopo un anno e mezzo di inattività. Il 5 aprile gli azzurri regolano a Genova 4-0 la Croazia; esordio assoluto per Valentino Mazzola. Due settimane dopo stessa sorte a Milano per la Spagna. Ultime apparizioni per la rappresentativa italiana organizzate per cercare di risollevare il morale del 'Bel Paese'; si tornerà a giocare solo dopo la fine del conflitto.
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