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CMIT TV | ‘Caso’ Zaniolo e sfogo in diretta: “E’ un’assurdità”

La disfatta della Nazionale Italiana ha riportato alla luce il tema dei giovani calciatori

La gestione dei giovani calciatori italiani nel nostro campionato rappresenta un tema piuttosto spigoloso, tornato in auge negli ultimi giorni a causa della mancata qualificazione ai prossimi Mondiali di Qatar 2022 della Nazionale Italiana di Roberto Mancini, eliminata ai playoff contro la Macedonia del Nord lo scorso giovedì a Palermo.

Nicolò Zaniolo ©LaPresse

Chi già nel lontano 2017 denunciava lo scarso coraggio dei club italiani nel lanciare i talenti sfornati dai rispettivi settori giovanili, è l’allenatore Sandro Pochesci. Il tecnico, intervenuto in diretta sulla CMIT TV, ha spiegato: “Questo calcio deve essere cambiato dai vertici, ma in questi quattro anni non è cambiato niente, i risultati sono sempre gli stessi. Non si risolve con la vittoria dell’Europeo. Per me la vittoria dell’Europeo è più sorprendente, non la mancata qualificazione ai Mondiali. Speravo che qualche riforma fosse fatta, 80% di italiani nelle rose. Solo la Lazio ha il centravanti italiano delle prime 7 in classifica, e non va bene questo. I terzini, i portieri oggi, si inizia dai dilettanti dove fanno giocare gli Under. Non ci gioca il più bravo, ci gioca il giovane perché è un obbligo. Significa che quando crescono hai carenza il quel ruolo. In Serie D gli Under giocano come terzini, portieri, e forse come esterni d’attacco. Bisogna fare una piramide, dai più piccoli a salire, l’obbligo di far giocare i giovani dei settori giovanili”.

Pochesci salva Mancini: “Ha avuto il coraggio di lanciare Zaniolo”

Sandro Pochesci in diretta sulla CMIT TV

Come sempre senza peli sulla lingua, Pochesci ha citato l’esempio della sua ultima esperienza in panchina alla guida del Carpi: “Quando lo dissi nel 2017 ricevetti minacce. Sono arrivato in Serie B con le mie forze, lo scorso anno giocavo con 7 Under e mi sono salvato. Il Carpi dopo 8 partite era prima in classifica, aveva fatto meglio di altre società che spendevano di più. Io non ho amici procuratori, non ho l’obbligo di prendere i loro calciatori. Io vedo un giocatore e se mi piace lo chiedo. Io voglio valorizzare il patrimonio italiano. La colpa è di chi ci governa e si affida ai procuratori, che quando hanno un giocatore lo portano a scadenza. Guardate Donnarumma, è giusto che il Milan non prenda un euro per un ragazzo che si è cresciuto?”.

Infine, l’allenatore ha tolto gran parte delle responsabilità attribuite negli ultimi giorni a Roberto Mancini per la mancata qualificazione dell’Italia ai prossimi Mondiali: “Mancini non doveva dimettersi, ha avuto il coraggio di far giocare dei giovani che neanche giocavano nei club, vedi Zaniolo. E’ un’assurdità che debba essere la Nazionale a lanciare i giovani. Chi deve controllare queste cose se non la federazione? Mancini non si deve dimettere, ha fatto un lavoro eccezionale. Poi si può contestare la partita, io avrei giocato col doppio attaccante, il gol lo dovevi fare e per farlo ci vogliono gli attaccanti, ma lui non è il responsabile. Basta con Tavecchio, Gravina”.

Antonio Siragusano

Giornalista sportivo e grande appassionato di calcio internazionale. Totalmente affascinato dalle dinamiche del mercato, una delle arti più imprevedibili al mondo.

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