L’analisi del giornalista Paolo Condò sul gioco della Juventus e le problematiche incontrate finora da Sarri nella gestione di Cristiano Ronaldo
Una Juventus che continua a guardare tutti dall’alto, con la Lazio prima antagonista dei bianconeri che rimane a -4 in classifica. La squadra di Sarri non riesce però ancora ad entusiasmare e, come analizza Paolo Condò su ‘La Gazzetta dello Sport’, la presenza in squadra di Cristiano Ronaldo non permetterebbe all’ex tecnico di Napoli e Chelsea di mostrare in tutto e per tutto le proprie ideologie di gioco in quel di Torino.
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Il giornalista spiega: “Vincere è sempre la cosa più importante, lo è dovunque. Ma Sarri deve farlo anche per guadagnare tempo. Finché Ronaldo sarà il faro della Juve, non ci sarà alcun cambio di gioco radicale. La scommessa è predisporre il nuovo (de Ligt, Dybala, Arthur, Kulusewski) nel frattempo”.
Condò prosegue sottolineando: “Maurizio Sarri ha diversi punti in comune col Guardiola di Barcellona, a partire dal fatto che il suo Napoli migliore, quello che avvicinò davvero il titolo, non fu tanto l’edizione con Higuain a 36 gol quanto quella con Mertens centravanti di movimento. Anche lui sarebbe un costruttore di mondi, ma l’inserimento in una Juve così vittoriosa, e dunque conservatrice nell’anima, l’ha costretto ad adeguarsi, ed è questa contraddizione fra natura del tecnico ed esigenze del club a far storcere il naso davanti a un cammino che resta da battistrada, ma in versione meno entusiasmante delle attese”.
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