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Champions League history – Manchester United 98/99: Solskjaer rovescia la storia!

Primo appuntamento con una carrellata di squadre cult della storia della competizione continentale

CHAMPIONS LEAGUE STORY MANCHESTER UNITED SOLSKJAER/ Quando il calcio è fermo, come in questo 'straordinario' periodo, non c'è miglior modo per abbattere la noia che scavare nel passato, più o meno recente, e ritrovare momenti storici che ci hanno fatto emozionare, sia in senso positivo che negativo. Inizia quindi con una rimonta fulminea la nostra Champions League history, inizia con il Manchester United del 1998/1999.

I Red Devils, guidati saldamente da Sir Alex Ferguson, vivono una stagione da sogno su tutti i fronti. Si parte con la Premier League, un trionfo in rimonta dopo il sorpasso all'Arsenal e la vittoria rocambolesca all'ultima giornata contro il Tottenham grazie alle reti di David Beckham e del bomber dei Tre Leoni Andrew “Andy” Cole. Il 22 maggio del 1999 vede invece lo United trionfare in FA Cup, stavolta ai danni del Newcastle, con i gol di Teddy Sheringham (segnatevi questo nome, lo troveremo più avanti) e Paul Scholes. E sono due. Per il tanto agognato Treble, meglio conosciuto in Italia come Triplete, serve la Champions League.

Eppure la campagna europea dello United non era partita fra i migliori auspici. Il secondo posto della stagione precedente in campionato, aveva costretto i diavoli di Manchester al preliminare contro il LKS Lodz, fermato dalle reti di Ryan Giggs e del solito Andy Cole all'Old Trafford. Al sorteggio poi, arriva un gironcino di ferro: Brondby, ma soprattutto Barcellona e Bayern Monaco. Dopo i primi due pareggi, conditi da cinque reti, nella doppia sfida con i danesi arrivano sei punti fondamentali per la qualificazione. Poi, altri due match chiusi in parità, in particolare il 3-3 al Camp Nou, una condanna per Rivaldo e i suoi compagni blaugrana.

Inizia la fase ad eliminazione diretta. Ecco l'Inter del fenomeno Ronaldo. Fortunatamente per Sir Alex ed i suoi giocatori, non è la squadra che ha schiantato la Lazio nella finale di Coppa UEFA della stagione successiva e, con una doppietta di Yorke, capocannoniere anche in Premier dei Red Devils, arriva la semifinale. Gli incroci con le italiane però non sono finiti, per lo United c'è infatti la Juventus campione d'Italia in carica. All'andata, i bianconeri hanno strappato un ottimo 1-1 all'Old Trafford e si preparano a difendere il risultato al Delle Alpi. Dopo dieci minuti infatti, la Juventus è già sul 2-0, un uno-due che distruggerebbe chiunque, ma non quella squadra. Sempre nel primo tempo arriva la reazione fulminea: Roy Keane, il capitano, accorcia le distanze e Yorke confeziona il pareggio, la Vecchia Signora è alle strette. Nel tentativo di ritrovare il vantaggio, i bianconeri si sbilanciano e ancora una volta uno dei due “Calypso Boys”, Dwight Yorke chiude la pratica lanciando il Manchester United in finale. Lo scenario sarà quello del Camp Nou e l'avversario il Bayern Monaco, il cerchio è pronto a chiudersi.

Manchester United-Bayern Monaco 2-1: quando il calcio diventa storia

In un Nou Camp gremito in quella bellissima serata di fine maggio, lo United cerca il Treble contro il Bayern di Monaco schiacciasassi guidato dalle reti del gigante Jancker e dalle parate di Oliver Kahn. I Red Devils, privi di Roy Keane e Scholes, i baluardi del centrocampo, si schierano con Schmeichel fra i pali e con la fascia di capitano al braccio. In difesa Gary Neville, Johnsen, Stam ed Irwin. Sulla linea mediana, viste le assenze, ecco David Beckham e Nicky Butt, ai lati Ryan Giggs e Blomqvist. In attacco, i soliti “Calypso Boys”, Yorke ed Andy Cole. Chiamati così per le loro origini caraibiche e protagonisti, soprattutto in Inghilterra dei trionfi dello United, nonostante il peso di dover ereditare il posto da King Eric Cantona.

Nella serata catalana però, i due attaccanti di Ferguson si vedono e, a pochi minuti dall'inizio del match, arriva il gol del Bayern Monaco siglato da Basler. La sfida prosegue con lo United che tenta in tutti i modi di trovare il pareggio, senza però riuscirci, Nella ripresa, il manager scozzese effettua due sostituzioni: dentro Teddy Sheringham (rieccolo) per Blomqvist; dentro Ole Gunnar Solskjaer per Andy Cole. Scocca il 90esimo, ma la partita è ancorata sull'1-0 per i tedeschi. Collina, fischietto della finale, assegna tre minuti di recupero. I 180 secondi peggiori della storia recente del Bayern Monaco. Prima Sheringham, attaccante navigato, corregge in porta una conclusione velleitaria di Ryan Giggs: è l'1-1. La delusione inizia a scolpirsi sui volti dei giocatori del club bavarese che però, non hanno ancora visto tutto. Corner per lo United, spizzata di Sheringham e correzione di Ole: il Manchester United è in paradiso!

In poco meno di tre minuti, i gregari della squadra di Ferguson hanno rovesciato le sorti della finale e consegnato lo storico Treble agli annali del Manchester United. La ruota di Schmeichel per festeggiare la vittoria diventa iconica. Ole Gunnar Solskjaer ha rovesciato la storia e fermato l'astinenza da Champions dello United, trofeo che mancava in quel di Old Trafford da ben 31 anni. A sottolineare l'importanza e la grandezza di quella correzione del norvegese ci ha pensato, successivamente, Lennart Johansson, ex presidente della Uefa, che affermò: “Spuntai sul campo e rimasi confuso. Pensai: “Non è possibile, chi ha vinto sta piangendo e chi ha perso sta ballando””.

Giorgio Trobbiani

Giornalista, dalle Marche. Calcio, pallacanestro, tennis e via di seguito: purché ci sia una palla

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