CALCIOMERCATO FIORENTINA JUVENTUS CHIESA / Massimo Ambrosini, capo delegazione dell'Italia Under 21, ha fatto il punto sulla Nazionale azzurra e sulle voci di mercato: “Chiesa lascia la Fiorentina? E' complicata la scelta, il ragazzo potrebbe essere in una situazione delicata se volesse esporsi. Potrebbero far risultare lui quello che ha intenzione di lasciare la squadra – le sue parole a 'Radio anch'io Sport' – Credo che un ragazzo della sua età abbia intenzioni di primissimo livello. Un giocatore di quel livello è normale che sia ambito dalle migliori in Italia ed Europa. Il destino è quello, bisognerà capire come sceglierà il momento. E' destinato a palcoscenici di primissimo livello”.
ITALIA U21 – “La partenza è stata fatta con un po' di timore. La squadra di ieri aveva tantissima qualità ma non aveva mai giocato insieme e questo si è visto. Ci è andata bene che dopo mezz'ora il risultato fosse solo di uno a zero. Spiace che ci sia stato qualche fischio appena accennato all'inno spagnolo, poi prontamente coperto dalla gente. Mercoledì prossimo diventa fondamentale. Cosa migliorare? Questa squadra è assemblata con grandi giocatori che hanno pochi allenamenti insieme. Cinque undicesimi sono arrivati pochi giorni fa e hannno fatto solo due allenamenti insieme. Non ci si può accontentare, questi ragazzi ormai sono adulti. I dettagli fanno la differenza a questi livelli. Ci si dovrà allenare, l'allenamento di ieri sarà fondamentale per la Polonia. E' stato fatto un piccolo passettino importante”.
IL MILAN – “Non so cosa ci voglia. Prima di tutto credo ci sia un discreto ordine societario. Servirebbe stabilità. Le società vivono nella continuità. Mi auguro che Paolo e Zvone restino lì per qualche anno. Penso che la competenza sia di altissimo livello. Ho una stima illimitata per entrambi. Massara è un d.s. competente, ora bisogna scegliere i giocatori giusti e metterli nelle mani dell'allenatore”.
TOTTI – “Penso che dopo la giornata di oggi avrà bisogno di un po' di tempo. Già maturare una scelta del genere non è facile. Questi anni gli sono serviti magari per capire che per stare in una società non basta il nome ma servono compiti ben precisi. Bisogna spiegare alla gente che fare il dirigente vuol dire tutto e nulla”.
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