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VIDEO CM.IT – Napoli, Ancelotti: “Ma quale limbo”. Poi si commuove…

L’allenatore azzurro ha risposto alle domande degli studenti della LUISS

NAPOLI ANCELOTTI / Giornata romana per Carlo Ancelotti che dopo aver parlato a Tor Vergata per il premio 'Etica nello Sport', ha risposto alle domande degli studenti alla LUISS nell'ambito del forum Luiss Sport Talk 4.0. Il tecnico del Napoli si sofferma sul problema razzismo: “Cerco di fare il massimo per tutelare questa passione e questo ambiente. Dopo i 9 anni all'estero, tornare in Italia è stato piacevole. All'estero il problema principale è la lingua: c'è difficoltà nel trasmettere l’emozione piuttosto che la tecnica. Per il resto, l'estero è molto più avanti rispetto a noi. Il problema razzismo deve essere risolto: sarebbe stupido non farlo”.

BAYERN – Parole anche sull'esonero al Bayern: “Sono cresciuto molto: quando si viene esonerati, ci si può confrontare con sé stessi. A Monaco c'è stato uno scontro, non con i giocatori nonostante le tante storie uscite fuori, ma sulla filosofia. Io credevo che il Bayern dovesse cambiare filosofia e giocatori ma ciò si è scontrato con quanto detto dalla società. Chiuderla lì è stato giusto”. 

NAPOLI – Ovviamente attenzione anche al Napoli: “La società non si trova in alcun limbo: in Italia è seconda soltanto alla Juventus. Da anni al vertice del calcio italiano e tra le prime squadre d'Europa. Investe in base ciò che ricava: ci sono delle regole europee che ti impongono di fare questo. Se sono andato ad allenare qui è perché condivido ed accetto questo progetto. A livello tecnico apprezzo il progetto azzurro: c’è desiderio di investire sui giovani. Siamo vicini ad ottenere dei risultati sportivi importanti”. 

FIGLIO – “Liedholm è stato un buon maestro ma non posso dire di aver imparato da lui ad allenare. Ho formato il mio carattere con tanti allenatori nel corso delle mie esperienze. Ho preso qualcosa da lui sicuramente, così come da altre persone e da mio padre. Cerco di trasmettere questi valori a mio figlio, che è un ottimo allenatore ed ha avuto la possibilità di fare esperienza. È molto bravo (si commuove ndr)”

STAMPA – L'allenatore azzurro parla poi della stampa: “La concezione della stampa è mutata con gli anni e cambia anche nei vari Paesi. Il rapporto con la stampa ora è molto più distaccato, prima era più intenso. In Inghilterra pensano più al gossip che alla formazione o ad informazioni di questo genere”.

NAZIONALE – “Ho avuto un contatto lo scorso anno dalla Nazionale ma a me piace stare sul campo ed allenare tutti i giorni. Avevo parlato con i dirigenti della Nazionale ed avevo espresso i miei desideri e le mie volontà”. 

GIOCATORI – “Tutti i calciatori del Napoli hanno dato disponibilità a cambiare gioco. Quando si sentono coinvolti, arriva la voglia di provare qualcosa di nuovo. Da Hamsik a Callejon c'è stata sempre grande disponibilità da parte di tutti. Quando ho cominciato io il gruppo squadra era molto piccolo dal punto di vista numerico. Da 20 addetti siamo passati a 50. Alla base di tutto c'è il rapporto con la persona, non con il calciatore o il medico. E' fondamentale in un gruppo di lavoro che tutti siano coinvolti, da Cristiano Ronaldo all’ultimo dei magazzinieri. Per coinvolgere tutti bisogna avere la forza di delegare. Il lavoro dell’allenatore non cambia, quello che cambia è il contorno da Paese e Paese. A livello di pressione il Real Madrid è il club numero uno per distacco. In generale sono state tutte grande esperienze indimenticabili. Sono stato al Milan 8 anni e voglio battere questo record con il Napoli!

 

Bruno De Santis

Napoletano, giornalista professionista dal 2006. Il calcio prima di tutto: poco bravo con i piedi, un po' di più (si spera) con la penna.

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