CALCIOMERCATO GENOA JUVENTUS PRANDELLI / Approdato da pochi mesi sulla panchina del Genoa, Cesare Prandelli ha fatto il punto sulla sua esperienza rivelando alcuni retroscena del suo passato. Il tecnico ha iniziato dall'esperienza con la Nazionale: “Anch’io credo che sia arrivata un po’ troppo presto. Però ci furono due cose a spingermi. Primo l’amore per la Nazionale. Se ti chiama l’Italia, come fai a dire no? E poi ci fu una dichiarazione della Fiorentina: “Lo abbiamo accasato alla Nazionale”. Dissero così: lo abbiamo accasato – spiega ai microfoni di 'Tuttosport' – Malgrado avessi ancora il contratto, mi sembrava chiaro cosa volessero”.
Prandelli ha poi rivelato un retroscena sul mancato approdo alla Juventus dopo la felice esperienza alla Fiorentina: “C’era quella possibilità. I dirigenti mi dissero che ero libero di trattare con chiunque. Poi una mattina apro un giornale e leggo un attacco feroce per questa cosa. Incredibile: mi avevano dato loro il via libera! Allora risposi: bene, io sono pronto a firmare per cinque anni con la Fiorentina. E loro mi “accasarono” in Nazionale… Un’altra cosa, solo per essere chiari. Io avevo un altro anno con la Fiorentina. Me ne andai, lasciando quel contratto sul tavolo, senza pretendere nulla, la classica buonuscita, malgrado avessero una gran fretta di chiudere con Mihajlovic”.
I SINGOLI – “Romero? Ha potenzialità straordinarie. E’ giovane e deve chiaramente ancora migliorare, deve lavorare sulla tecnica, sulla precisione nei passaggi. Però è fortissimo. A quell’età ne ho visti pochi al mondo così. Kouame al Napoli? Direi di no, da quello che so io. Anche lui è un ragazzo, deve migliorare ancora di più davanti alla porta. Comunque, uno così lo vorrebbero tutti gli allenatori. Sanabria? E’ stata un’intuizione personale del presidente, che ancora una volta ha visto benissimo. Sanabria ha grandi qualità. E sa quello che vuole. Quando lo abbiamo preso, mi sono arrivati alcuni messaggi: molto bravo, ma deve migliorare nella continuità”.
PIATEK – “Quando hai uno così, come Piatek, è tutto più facile, perché anche i compagni si sentono più tranquilli. Sanno che nel momento di difficoltà puoi cercare lui, appoggiarti a lui. Però dobbiamo alzare l’asticella. Tutti – a cominciare da me – dobbiamo dare qualcosa in più”.
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