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Milan-Napoli, Gattuso: “Piatek è Robocop”. Poi il retroscena su Higuain

Il tecnico rossonero ha parlato alla vigilia del match di San Siro

MILAN NAPOLI CONFERENZA GATTUSO – Il Milan ospita il Napoli nel terzo anticipo della 21esima giornata in programma domani sera a 'San Siro'. Alla vigilia della sfida che metterà in palio punti pesantissimi in chiave scudetto e Champions League, il tecnico dei rossoneri Gennaro Gattuso è intervenuto in conferenza stampa. Calciomercato.it vi riporterà le sue parole in diretta.

GIOVANI – “A volte commettiamo errori per inesperienza. Stiamo attraversando un buon momento. Col Genoa abbiamo fatto 40 minuti imbarazzanti, se fossimo andati sotto di due gol non avrebbero rubato nulla, poi nel secondo tempo siamo usciti. Dobbiamo crescere in partite come queste contro squadre fortissime come il Napoli”.

KOULIBALY – “Il pubblico di San Siro ha sempre applaudito i grandi campioni come lui. Mi aspetto fair play e sono tranquillo: il nostro pubblico è maturo. Se succederà qualcosa da parte di pochi imbecilli, voglio vedere gli altri 65mila che applaudono”.

ANCELOTTI – “Non si può imitare uno come lui o si fanno danni. Per come gestisce gli spogliatoi, per come ha gestito me… E' in grado di entrare nella testa dei giocatori. E' una grandissima dote e in tanti anni ho sentito pochissimi parlare male di lui. Non si può fare copia e incolla se non di qualche accorgimento tattico. Ne abbiamo passate tante, a volte non eravamo allenatore e giocatore ma padre e figlio. Se ho fatto quello che ho fatto tanti meriti sono suoi, anche se mi arrabbiavo quando mi faceva giocare quarto a destra”.

PIATEK – “Lui sembra Robocop, dice quattro parole: 'Voglio fare gol, voglio spaccare tutto'. E' molto fisico, ha grande entusiasmo. E' rimasto sorpreso della nostra accoglienza. Può darci una grandissima mano. Vediamo se domani partirà titolare. Insieme a Cutrone? Si può fare di tutto nella vita, ma non è che abbiamo venti attaccanti. Certe partite si può anche giocare con due attaccanti, poi c'è Borini che può fare la seconda punta. Se è arrivato è perché piaceva anche a me: con la società prendiamo le decisioni insieme”.

HIGUAIN – “Higuain è il passato, ha fatto la sua scelta. Lo ringrazio perché mi ha lasciato tante cose positive. Poteva fare di più lui, potevamo aiutarlo di più noi. Quando non riusciva a segnare sui giornali si parlava solo di Higuain e c'era pressione ma è normale vista la sua carriera essere massacrato. Ha sofferto questo aspetto. Ha toccato con mano il fatto che se non arrivavamo quarti non sarebbe stato riscattato e questo gli ha fatto scattare qualcosa in testa. Ma questa clausola nel contratto c'era già prima… L'espulsione e il rigore sbagliato con la Juventus gli sono rimasti addosso. Se si lamentava dei carichi di lavoro? Tutti lo fanno, ma va messa benzina a inizio campionato”.

PAQUETA – “Per metterlo vicino alle punte dovremmo cambiare modulo e in questo momento non possiamo. Può fare molto di più di quello che sta facendo. E' un brasiliano atipico, forte tecnicamente che può migliorare tatticamente: ecco perché l'ho messo subito dentro con la Sampdoria appena è arrivato”.

CALCIOMERCATO – “Siamo a posto così. Calhanoglu sono cose inventate – si rivolge a un giornalista – Si diverte a scrivere su di lui ma è una cosa mai esistita. Il Lipsia lo voleva ma per me è fondamentale e non si tocca. Zapata è in scadenza, ma gli è stato offerto il rinnovo perché vogliamo trattenerlo: ora mancano pochi giorni, sta giocando da protagonista e ora è infortunato. Non mi aspetto altre uscite”.

NAPOLI – “Allan fuori? Perde tanto il Napoli, ma Ancelotti ha l'imbarazzo della scelta tra Hamsik, Zielinski e Diawara. E' una squadra che fa paura. L'anno scorso palleggiavano molto, quest'anno sono micidiali con le verticalizzazioni”.

CUTRONE – “Gioca chi sta meglio e chi si allena in un certo modo. Poi a tutti i giocatori piace essere coccolati. A volte ai miei do una cinquina, ma poi li coccolo sempre. Patrick ha capito le mie parole, non ha più la faccia storta quando non gioca. L'ho visto cambiato e sono molto contento. Ci vuole sempre lo stesso entusiasmo con i compagni anche quando non sei protagonista. Lui prima sbagliava atteggiamenti, ora no”.

Maurizio Russo

Nato nel 1982, da sempre appassionato al calcio, praticato e raccontato in tutte le sue forme: da giocatore e da arbitro in campo, da giornalista sin dal 2009. Numeri, curiosità, retroscena e non solo del calciomercato mi hanno portato a fare della passione una professione.

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