MILAN TASSOTTI LEONARDO MALDINI GATTUSO / “Il Milan è tornato a essere una società normale, nel senso che è tornato ad avere facce riconoscibili, a essere un club con capacità economiche importanti, che si è affidato a figure importanti”. Si apre così l'intervista che Mauro Tassotti, bandiera rossonera con quasi quaranta anni di militanza (tra campo e panchina) nel club, ha concesso a 'La Gazzetta dello Sport': “Ecco perché dico che questa sorta di rimpatriata rossonera mi piace tantissimo. Sarò sincero: ora il Milan lo seguo con più affetto rispetto a prima”, ha ammesso l'ex terzino. Di seguito i passaggi più importanti selezionati da Calciomercato.it:
RITORNO DEGLI EX – “Leo e Paolo hanno l'intelligenza per essere una coppia di successo e in più hanno l'aura dei campioni. Sono felicissimo per loro. Parliamo di persone rispettate ovunque, non solo dal mondo milanista. Basta pensare a cosa è successo a Madrid. Per quanto riguarda Gattuso, non ci si poteva dimenticare di ciò che ha fatto lo scorso campionato, era giusto dargli l'opportunità di cominciare dall'inizio della stagione. E' riuscito a dare un'identità precisa, il Milan è sempre stato squadra anche nelle giornate di difficoltà. L'ombra di Conte? Rino ha le palle per resistere e tener duro”.
MALDINI – “Grazie alla sua esperienza ha una competenza globale sul calcio. Poi, è ovvio, se c'è da condurre una trattativa di mercato importante, lui sarà il primo a sapere che deve ancora imparare la materia. Era un delitto che Paolo non fosse coinvolto col Milan. Trovo assurdo che non sia rientrato prima, ma evidentemente non era convinto del progetto precedente. E come dargli torto: c'era un presidente che ci metteva la faccia pochissimo, su cui gravavano dubbi di natura finanziaria. E poi, posso dirlo? C'era troppa gente che arrivava dall’Inter… Qualcosa di esagerato. Ora invece il club ha fatto una bella svolta e finalmente c'è chiarezza”.
ANCELOTTI – “Finalmente è tornato in Italia. E' molto bello ritrovarlo nel nostro campionato, anche lui ha contribuito ad alzarne il livello. Ha fatto un bel giro, non si è fatto mancare nulla ed è stimolante anche la destinazione: vederlo a Napoli è qualcosa di particolare e sorprendente. Grazie al suo passato e alle sue doti umane ha messo d'accordo tutti. Non credo che a Napoli si sentano orfani di Sarri, sebbene Maurizio abbia fatto grandi cose. Con Carlo è facile lavorare perché è molto pacato. Non l'ho mai visto andare in escandescenza e il motivo è tanto semplice quanto importante: lui sa molto bene che per poter aiutare la squadra occorre restare lucidi e freddi. Ha una competenza enorme che gli deriva dal lavoro con Liedholm e Sacchi. E’ un allenatore molto pratico e intelligente, sta mettendo mano al Napoli senza stravolgerlo. Deve solo farlo diventare un po' meno riconoscibile e ripetitivo in alcune fasi di gioco”.
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