SERIE A DOPPIE PUNTE / Stiano tranquilli i parrucchieri: qui non si parla di capelli, ma solo di tattica. La Serie A potrebbe riscoprire presto le doppie punte, e in un certo senso le sta già scoprendo adesso. Sulla carta diversi allenatori stanno optando per il 4-2-3-1, che di fatto è un'evoluzione del 4-4-2 di sacchiana memoria, in una crasi (spesso riuscitissima) fra quest'ultimo e il 4-3-3. Nella sua accezione più classica, il 4-2-3-1 prevede un trequartista o in alcuni casi più 'prudenti' un centrocampista incursore a giostrare dietro la punta, con le ali meno vincolate a compiti di copertura. Basti pensare a Spalletti, prima con Simone Perrotta poi con Radja Nainggolan, o a Rafa Benitez, che a Napoli aveva Marek Hamsik alle spalle di Gonzalo Higuain. Ora sarà la continua sperimentazione, saranno le contingenze del calciomercato, fatto sta che anche chi sta pensando al 4-2-3-1 lo sta facendo con l'intenzione di affiancare alla punta centrale un secondo attaccante, con compiti decisamente più offensivi del Perrotta di turno. Spesso vedremo questa soluzione a gara inoltrata, magari quando si cerca un vantaggio che tarda ad arrivare. Sarà di fatto più un 4-4-2 vecchia maniera che un 4-3-3 'mascherato', ad esaltare attaccanti con caratteristiche un po' atipiche che è davvero difficile tenere in panchina. E allora, da Dybala-Ronaldo a Lautaro Martinez-Icardi, passando per la coppia Milik-Mertens, vediamo come potrebbero cambiare tatticamente alcune delle nostre big.
Il più camaleontico degli allenatori italiani è sicuramente Massimiliano Allegri. Per l'allenatore della Juventus il modulo è quasi un vincolo asfissiante, uno schemino sulla lavagna che lascia un po' il tempo che trova. In carriera li ha utilizzati praticamente tutti, con una fluidità di pensiero e di azione che rende i numeretti davvero superflui. Quest'anno ci sono Dybala e Cristiano Ronaldo a dialogare fra loro, a girarsi intorno, ad 'annusarsi' a caccia dell'amalgama migliore. Ma di fatto la Juve opterà per un modulo a due punte, 4-4-2 o 3-5-2, delegando ai laterali un compito di maggior copertura. Col 3-5-2 saranno probabilmente Cancelo e Alex Sandro, col 4-4-2 gli esterni di centrocampo dovrebbero essere due tra Cuadrado, Bernardeschi e Douglas Costa. Anche il Napoli con Ancelotti abbandonerà la rigidità tecnico-tattica di Sarri e sperimenterà molto di più. La base di partenza è (giustamente) il 4-3-3 sarriano, ma Ancelotti ha già spiegato che pian piano troverà altre soluzioni. Una di queste prevede Mertens al fianco di Milik e l'ha già abbozzata all'Olimpico, negli ultimi 8 minuti: entra Rog e lui gli dice chiaramente “vai Marko, 4-4-2”, col giovane croato a sinistra e Callejon a fare l'ala destra. E che dire dell'Inter di Spalletti, che ha preso Nainggolan proprio per esaltare il 4-2-3-1 spallettiano ma che non sembra avere adeguata copertura per un centrocampo a due uomini. E poi c'è Lautaro Martinez, il gioiello che Ausilio e Zanetti hanno pescato in Argentina. La sensazione è che lo vedremo spesso al fianco di Icardi, con un centrocampo più robusto e magari con la difesa a tre Miranda-De Vrij-Skriniar.
In questo senso attenzione anche alla Roma: Di Francesco non è un dogmatico del 4-3-3 e col tempo ha dimostrato di saper cambiare faccia anche a gara in corso. Occhio ad un possibile 4-3-1-2 con Pastore ad agire alle spalle di Dzeko e Schick, che in panchina effettivamente è sprecato. Così come è uno spreco far fare la muffa a Cutrone nel Milan: Higuain non ama un compagno di reparto che gli giochi troppo vicino, ma in qualche situazione si potrebbe vedere Gattuso con i due attaccanti, magari quando si è in difficoltà col risultato: Suso a destra e il più prudente Laxalt a sinistra per equilibrare un centrocampo che al centro avrebbe corsa e sostanza, con Kessie e Bakayoko. O magari un 4-3-1-2 con Calhanoglu alle spalle di Higuain e Cutrone. Una soluzione alternativa, più che una tendenza vera e propria. Più in 'basso' si gioca già di base con le due punte. La Samp con Quagliarella e Defrel (o Kownacki), il Torino che potrebbe cedere Iago Falque e Ljajic per puntare sulla coppia Zaza-Belotti. Quando hai due attaccanti di un certo calibro è bene provare a valorizzarli entrambi: un'idea che a quanto pare è condivisa anche dai nostri allenatori.
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