ROMA-BARCELLONA / Un'emozione prolungata. Senza fine e confine. Il miracolo capitolino ha unito i tifosi italiani e commosso il popolo del calcio. Gli effetti delle vittoria contro il Barcellona hanno superato il Gra, come non accadeva da anni. Alzi la mano chi non si è rivisto i gol di Dzeko, De Rossi e Manolas. Alzi la mano chi non si è emozionato, riguardando la splendida cornice dell'Olimpico. Si è sciolto anche James Pallotta: lui che da anni era al centro di una diatriba con i tifosi giallorossi. Sono arrivati i complimenti della Juve, le congratulazioni del Milan, della Fiorentina e di Spalletti che, da tecnico della Roma, aveva fallito proprio in Europa. L'Equipe ha parlato di Romantada, dedicando la sua apertura al gruppo di Di Francesco. Al mister della grande bellezza. L'eroe della notte del 10 aprile che più di tutti credeva nel risultato impossibile, insieme alla Curva Sud. E' come se le sue ambizioni avessero cambiato la prospettiva sportiva. E' come se Roma-Barcellona avesse segnato una nuova era, contrassegnata dai “si può”, “crediamoci”, “vogliamo la finale”. E meno dai “i fatturati sono diversi” e “rose non paragonabili”. Così, l'allenatore abruzzese, con l'assetto tattico, ha ribaltato tutti i pronostici della vigilia e le certezze di chi gli chiedeva di schierare la Roma B, contro i cosiddetti marziani. Lo avrebbero definito un pazzo, in caso di sconfitta. Ora, per tutti è un eroe, un professore, un top manager. “E' successo un miracolo? No, abbiamo semplicemente visto un grande Roma”, il refrain dell'allenatore abruzzese, al termine della partita. Solo uno dei tanti frammenti di una notte magica, in cui – da grande tecnico – Di Francesco ha voluto lasciare la scena ai calciatori, rimasti sul terreno di gioco e abbracciati poi – uno ad uno – solo negli spogliatoi.
Per il Barcellona è stata invece la notte degli incubi. Surclassata dalla Roma, la formazione blaugrana è sembrata quasi una provinciale all'Olimpico, con le prolungate perdite di tempo di ter Stegen. Valverde si è assunto tutte le responsabilità della debacle, ma di certo molte delle colpe vanno condivise con la dirigenza. Durante lo scorso calciomercato, sono stati spesi 160 milioni per un calciatore, come Coutinho, che non poteva disputare la Champions. Azzardati anche i 105 milioni (più alti bonus) per Dembelé, mentre Yerri Mina – accolto in grande stile – è un oggetto misterioso. E Semedo? Ieri il portoghese è stato tra i peggiori. Insomma, la società catalana studia come ripartire, proprio il giorno in cui la Roma entra di diritto nella storia del calcio.
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