SERIE A LIPPI JUVENTUS NAPOLI INTER / Uno sguardo alla Serie A. Attraverso le colonne de 'La Stampa', Marcello Lippi, attuale ct della Cina ed ex dell'Italia, si è soffermato sulla lotta che sta coinvolgendo diverse squadre: “Questo campionato è un po' diverso dagli altri anni, più combattuto. Quest'anno c'è una squadra, il Napoli, che ha le potenzialità per contrastare la Juventus. Che ha la voglia e il desiderio di fermarla dopo sei scudetti di fila. Non escludo che possa rientrare l'Inter: era partita benissimo e poi ha rallentato bruscamente, un nuovo filotto di vittorie può rilanciarne le ambizioni. Però… Spalletti, con ironia, ha evidenziato una lacuna: 'Anche la mia mamma sa che mi manca un centrale'. In effetti, nel ruolo ha dovuto inventare. Ecco, credo che una risalita possa essere legata al perfezionamento della rosa, a un equilibrio che può essere raggiunto con l'innesto di pedine giuste. Sì, l'Inter può risalire. Per la Roma mi sembra più difficile. In ogni caso, al momento, vedo un duello tra Napoli e Juventus”. Di seguito i passaggi più significativi dell'intervista:
NAPOLI – “Servono acquisti? Non mi permetto di giudicare, le rose si costruiscono in base alle convinzioni, ai programmi, alle idee. Sull'opportunità delle rotazioni, ognuno ha un suo credo. E comunque il Napoli ha avuto anche sfortuna: pensate al doppio infortunio di Milik”.
JUVENTUS – “Solida come la mia? Nel '94/95, dopo nove anni di digiuno, tornammo a vincere accompagnando alle qualità tecniche il carattere, la mentalità, la rabbia, il desiderio, l'unità d'intenti, la compattezza psicologica e morale. Ma non sono caratteristiche mie: sono caratteristiche della Juventus”.
MILAN – “Se me lo aspettavo così indietro? Sinceramente no. Ma sono fiducioso per il girone di ritorno. Gattuso sta riuscendo, con fatica, a ricaricare l'ambiente, a trasmettere la sua determinazione. In più intravedo una buona impronta tecnico-tattica. Rino un mio allievo? Sono una quarantina, ormai. Alcuni, come Deschamps, Conte o Zidane, allenano a grandissimi livelli. La prima cosa che mi viene in mente è che sto invecchiando. Non so se sia una coincidenza, ma è bello pensare di aver lasciato una traccia”.
CASO DYBALA – “Non c'è alcun caso. È arrivato da Palermo con una valutazione importante, ma non esageratissima, poi ha cominciato a far bene e sono arrivati i paragoni con grandissimi giocatori. Messi in particolare, anche per via della nazionalità. Ci sta che un ragazzo possa perdere la dimensione reale, però società e allenatore lo stanno aiutando. L'ambiente è perfetto per ritrovarsi”.
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