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Calciomercato, da Bonucci a Howedes: la classifica dei flop 2017

La graduatoria dei peggiori colpi di mercato dell’anno solare che sta per terminare

FLOP 2017 CALCIOMERCATO / L’anno che sta per finire per alcuni dei calciatori che hanno militato o militano tutt’ora in Serie A non è stato sicuramente dei migliori, anzi. Alcuni sono stati dei veri e propri flop, un po’ per il loro scarso rendimento rispetto al costo del cartellino, un po’ perché prima del loro acquisto le voci di mercato hanno creato tante aspettative, forse troppe a volte e mai mantenute. Fra la sessione di mercato invernale del 2017 e quella estiva non è stato facile individuarne soltanto venti. E a farla da padrone naturalmente è il Milan. Ecco quelli scelti da Calciomercato.it.

Calciomercato Serie A, la classifica dei flop 2017: tanto Milan

1 – LEONARDO BONUCCI (Milan, 40 milioni +2 di bonus, luglio 2017) – E’ stato il colpo del calciomercato estivo nonché il tradimento sportivo per eccellenza degli ultimi anni. Perché Leo non era un semplice top player, ma incarnava più degli altri lo spirito della juventinità guerriera, quella che lotta fino alla fine. Poi però si è trasformato nel capitano e simbolo della rinascita rossonera lasciando increduli i suoi ex tifosi, diventando il fiore all’occhiello di una campagna acquisti faraonica condotta a suon di milioni da parte di Fassone e Mirabelli. Il suo approdo a Milano ha dato una prova di forza molto importante al resto del calcio che conta, facendo credere che nulla sarebbe stato impossibile se soltanto la nuova società di Yonghong Li lo avesse voluto. Ma il suo inizio di stagione è completamente da dimenticare, costellato da prestazioni negative in serie e da un ridimensionamento del progetto che ha fatto male a tutto l’ambiente. In particolare ai tifosi, che sui social non gli hanno dato scampo al termine di ogni partita sbagliata. Così ora si parla anche di un addio di Bonucci al Milan, con le smentite della società

2 – ANDRE’ SILVA (Milan, 38 milioni, giugno 2017) – Il suo è stato uno dei primi acquisti della nuova proprietà del Milan. E anche uno dei più osannati. 22 anni compiuti a novembre, si presenta a Milanello con uno score niente male (20 gol in 40 partite fra campionato e Champions col Porto), ma soprattutto con la benedizione di Cristiano Ronaldo che lo considera suo erede. Musica per le orecchie dei tifosi milanisti, che sognano ad occhi aperti numeri simili a quelli del pluridecorato asso del Real Madrid. E invece Andrè Silva convince solo in Europa League con avversari tutt’altro che pericolosi, mettendo a segno 6 gol in 6 partite ma deludendo in campionato, dove neanche Gattuso nel post Montella sembra vedere in lui il centravanti titolare. I minuti giocati nella massima serie quindi ammontano ad appena 537’, senza però incidere mai in zona gol. Ma l’età è tutta dalla sua e l’investimento importante effettuato dalla società vieta di parlare già di fallimento. Anche se ci saremmo aspettati qualcosa di più arrivati a ormai al giro di boa stagionale.

3 – LEONARDO PAVOLETTI (Napoli, 18 milioni, gennaio 2017) – La classica opportunità di svolta per la carriera di un calciatore: la chiamata di una grande squadra. Il momento era arrivato anche per lo Squalo, che col Genoa aveva fatto benissimo, a tal punto da meritare a suon di gol la considerazione di un club come il Napoli. Insomma, dalla lotta per la salvezza o poco più fino al sogno Scudetto. Il passaggio avviene nel mese di gennaio, complice anche il lungo infortunio patito da Milik e nonostante l’esplosione di Mertens come punta centrale del meraviglioso tridente a disposizione di Sarri. ‘Pavoloso’ non si scoraggia, anzi, accetta la sfida pronto a mettere in discussione ogni gerarchia lì davanti. Ma le cose per lui non si mettono affatto bene: il folletto belga continua a segnare come se di ruolo facesse la prima punta da una vita e spazio per lui di fatto non ce n’é. Appena dieci gettoni fra campionato e Coppa Italia e nessun grido di gioia liberato al San Paolo per festeggiare un gol. La favola di Pavoletti a Napoli non conosce il lieto fine.

4 – DALBERT HENRIQUE (Inter, 20 milioni +6 di bonus, agosto 2017) – Strapparlo al Nizza è una vera e propria impresa per i nerazzurri, vederlo giocare pure. Però ad inizio stagione Spalletti ci ha provato, schierandolo sempre titolare nonostante prestazioni tutt’altro che brillanti. Ma a tutto c’è un limite, compresa la pazienza del tecnico toscano. E allora quella che avrebbe dovuto essere la prima soluzione sull’out di sinistra, finisce col fare la riserva di Nagatomo prima, col nipponico che sembrava addirittura ai margini del progetto ad inizio stagione, e Santon dopo. E meno male che dopo il suo trasferimento all’Inter aveva dichiarato di volersi prendere anche la maglia della nazionale brasiliana. Intanto c’è da sfilare quella del club a Santon…

5 – LUCAS BIGLIA (Milan, 17 milioni +3 di bonus, luglio 2017) – La sua avventura in rossonero sin dalle prime parole non era iniziata in modo memorabile. Quel “forza Lazio” infatti, figlio di quattro intense stagioni in biancoceleste, testimoniava un pizzico di confusione e la necessità di doversi ancora ambientare e, perché no, anche abituare a far parte di un nuovo progetto. Anche in campo. Difatti l’argentino, nonostante un discreto inizio, passa nel giro di qualche mese a fungere da faro per il gioco della squadra capitolina a centrocampista lento, impacciato e ingombrante del reparto di mezzo rossonero. Nel mezzo anche due infortuni ne condizionano il rendimento, certo, ma Montolivo lo ha definitivamente sorpassato nelle gerarchie attuali. Alzi la mano chi avrebbe pensato una cosa simile il giorno del suo acquisto.

6 – MARCO BORRIELLO (Spal, 1 milione, agosto 2017) – Con il suo approdo last-minute sembrava aver ridato vita a una rosa che, secondo molti critici, appariva condannata alla retrocessione prima di cominciare la stagione. Del resto una punta di spessore e di esperienza come lui, reduce da una stagione stratosferica a Cagliari condita da ben 20 gol all’età di 34 anni, non avrebbe potuto che regalare il giusto mix di qualità e cattiveria sotto porta: caratteristiche necessarie per aiutare una neopromossa a centrare l’obiettivo salvezza. E invece Borriellone nazionale delude tifosi e, perché no, anche i fantacalcisti, che su di lui avevano scommesso crediti ‘sicuri’. Fino ad ora la sua stagione risulta da dimenticare con un solo gol in 16 presenze fra campionato e Coppa Italia in maglia bianco azzurra, ma soprattutto numerose partenze dalla panchina.

7 – DIEGO FALCINELLI (Sassuolo, fine prestito, giugno 2017) – Ha salvato praticamente da solo il Crotone che a gennaio tutti davano per spacciato. Per lui si prospettava dunque una stagione di conferme in una piazza più grande e con ben altri obiettivi. Del resto le offerte a maggio non mancavano. Ma Diego, comunque di proprietà del Sassuolo, ha fatto ritorno in Emilia rimanendoci un po’ a sorpresa. Quello neroverde si presentava come un palcoscenico adatto per continuare sulla scia di quanto fatto nella stagione precedente. Anche in questo caso tifosi e fantallenatori sognavano uniti grappoli di gol, immaginando un Falcinelli pronto ad insaccare gli assist di Berardi e Politano. Invece niente di tutto ciò, o quasi. Il Sassuolo delude per lunghi tratti della prima parte di stagione e l’attaccante umbro anche di più dopo aver messo a segno appena due reti in 17 partite ed entrando in ballottaggio con Matri per un posto da titolare. 

8 – RICCARDO SAPONARA (Fiorentina, prestito 1,5 milioni +9 riscatto, gennaio e luglio 2017) – Dopo una piccola realtà come Empoli, che però gli aveva consentito di emergere, finalmente sembrava arrivato il momento della grande occasione per il salto di qualità. La Fiorentina punta su di lui, in punta di piedi con un prestito inziale a gennaio, e ci crede ancora a luglio riscattandolo nonostante sei mesi di panchine e infortuni. Nel frattempo Paulo Sousa è andato via e sulla panchina viola è arrivato Pioli, ma per lui le cose non cambiano. Ancora sacrificato fra infortuni e scelte tecniche, il fantasista fatica a trovare un posto nell’undici titolare ma soprattutto sono sempre meno le chances che possa riuscirci nella seconda parte di stagione. La Fiorentina infatti pian piano sembra aver trovato un sistema di gioco collaudato con interpreti e gerarchie sempre più marcate.

9 – LUCAS OCAMPOS (Milan, prestito 500.000 euro, gennaio 2017) – Nello spazio siamo i soli esseri viventi? E’ nato prima l’uovo o la gallina? E che ci fa Ocampos al Milan? Entra di diritto fra i grandi perché del genere umano l’approdo del giocatore argentino in rossonero, annoverato fra gli ultimi colpi da attribuire alla vecchia proprietà. Per lui 12 presenze in rossonero e niente che abbia lasciato un segno tangibile del suo passaggio. Qualcuno forse lo aveva già dimenticato.

10 – CLEMENT GRENIER (Roma, prestito, gennaio 2017) – E alla fine arriva Grenier dal Lione. A Roma. E per cadere nell’anonimato. Lo dicono le sole sei presenze in maglia giallorossa per un totale di appena 150’ giocati. Nessun segnale in campo che abbia permesso alla dirigenza capitolina di pensare anche lontanamente all’ipotesi di un riscatto. E il mesto ritorno in Francia è d’obbligo a giugno.

11 – MBAYE NIANG (Torino, agosto 2017: prestito 2 milioni +15 di riscatto e 2 per eventuali bonus) – La sua è una parabola discendente che somiglia a quella di Saponara. Il miglior Niang diviso fra Genoa e Milan non si è visto più. Anzi, il prosieguo della sua carriera con la maglia rossonera lo ha visto sprofondare nel baratro e fatto si che la società rossonera lo cedesse in prestito al Watford pur di fargli ritrovare spirito e condizione. E invece dopo il suo rientro a Milano, il francese rappresentava perlopiù un ingombro nel nuovo Milan di proprietà cinese. Ma Cairo e il Torino ci hanno creduto fortemente, arrivando ad investire una somma importante per il suo acquisto, tuttavia non ripagato fin ora dalle prestazioni. Mihajlovic gli ha dà fiducia ad inizio stagione e tempo per adattarsi ai suoi meccanismi. Tuttavia dopo 13 partite di campionato e un solo gol sembra fortemente a rischio il suo ruolo da titolare, anche se nel pareggio casalingo contro il Genoa Mihajlovic ha scelto di affidarsi nuovamente a lui schierandolo al centro dell'attacco vista l'assenza di Belotti.

12 – VITOR HUGO (Fiorentina, 8 milioni, giugno 2017) – La sua titolarità è durata appena 90’ alla prima giornata di campionato disputata a San Siro. Poi Icardi lo fa ammattire e Pioli decide di retrocederlo nelle gerarchie. Una prestazione pessima consegue al massimo qualche spezzone di gara col prosieguo del torneo, niente di più. Persino in Coppa Italia gioca soltanto 18’. Tuttavia Pioli gli concede una chance da titolare nella penultima partita del 2017 contro il Cagliari e lui lo ripaga con una prestazione priva di errori. Tuttavia nel pareggio contro il Milan la coppia centrale titolare è tornata Astori-Pezzella.

13 – ALBERTO GILARDINO (Pescara, gratuito, gennaio 2017) – Anche la prima parte del 2017, così come la seconda del 2016, risulta amara per il campione del Mondo del 2006. Dopo aver rescisso il contratto con l’Empoli, Gilardino sceglie Pescara per il riscatto nella massima serie, provando a dare il suo contributo e mettere la sua esperienza al servizio degli abruzzesi per sperare nella salvezza. E invece, dopo i suoi primi 70’ giocati contro il Napoli, l’infortunio al ginocchio lo costringe a quattro mesi d’assenza. Torna in campo contro Bologna e Palermo, a stagione ormai finita.

14 – BENEDIKT HOWEDES (Juventus, prestito 3,5 milioni +13 di riscatto +3 eventuali per obiettivi raggiunti dalla Juventus entro il 30/06/20, agosto 2017) – Definirlo uomo di cristallo forse sarebbe riduttivo. Arriva a Torino come difensore d’esperienza su cui Allegri potrà fare affidamento dopo l’addio di Bonucci, ma si fa male subito, saltando a causa di uno stiramento alla coscia molte partite. Dopo il rientro in gruppo e due panchine di seguito, gioca 68’ nella vittoria casalinga contro il Crotone, peraltro facendo vedere buone cose, ma è costretto a dare ancora una volta forfait per una lesione del retto femorale della coscia destra che a questo punto lo rimanderà al 2018. Ai tifosi bianconeri resteranno quei 68’ come ricordo di Howedes in questo 2017.

15 – ALBERTO AQUILANI (Sassuolo, prestito, gennaio 2017) – Dopo la fallimentare esperienza a Pescara decide di provare il rilancio nel club neroverde. Tuttavia, 16 presenze non bastano per esercitare il diritto di riscatto da parte del Sassuolo. Le sue prestazioni, prive sia di gol che assist, non convincono. Anche sul piano delle geometrie e degli inserimenti. Fa ritorno a Pescara, ma solo temporaneamente prima di accasarsi al Las Palmas.

16 – RIAD BAJIC (Udinese, 5,5 milioni, agosto 2017) – Arriva dal Konyaspor dopo aver messo a segno 17 gol in 32 partite della Super Lig turca: una bella speranza per i friulani. Ma in Serie A, nonostante quello dell’Udinese sia uno degli attacchi meno decisi da un ordine gerarchico, dopo le prime tre giornate in panchina riesce a racimolare soltanto 75’. Adesso è riserva a tutti gli effetti.

17 – CENZIG UNDER (Roma, 13,4 milioni + 1,5 di bonus, luglio 2017) – Il quinto acquisto giallorosso dell'estate in ordine cronologico è questo ventenne turco proveniente dal Basaksehir. Arrivato a Roma con tante speranze e una grande determinazione, fissa come primo obiettivo quello di voler entrare a far parte stabilmente dell'undici titolare. In realtà assimilare i meccanismi di Di Francesco non si rivela cosa semplice e lui finisce spesso in panchina come da previsione. Del resto scalzare gente come Perotti ed El Shaarawy dal ruolo di esterno d'attacco (senza contare la concorrenza di Defrel) sarebbe impresa ardua per molti. Per lui appena 318' in campionato e appena 62' in Coppa Italia, ma soprattutto l'assenza di un guizzo veramente importante da mettere in discussione gerarchie già decise da luglio.

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