CALCIOMERCATO ESCLUSIVA JACOMUZZI – Il mercato di gennaio s'avvicina, l'equilibrio in testa alla classifica trasferisce rilevanza alla finestra di riparazione, dove intervenire può essere importante. Calciomercato.it ha lanciato un ciclo d'interviste per approfondire le dinamiche della prossima campagna acquisti, ospitiamo l'autorevole opinione di Carlo Jacomuzzi, osservatore dell'Everton.
C'è grande equilibrio in testa alla classifica, quanto può incidere il mercato di gennaio in una battaglia così agguerrita?
“Bisogna capire quali sono le intenzioni delle società, vedo le milanesi in difficoltà sotto il profilo finanziario. La Juventus è completa, mi sembra difficile che possa rinforzarsi ulteriormente anche perchè dovrebbe realizzare qualche cessione. La Roma potrebbe decidere di realizzare qualche acquisto, il Napoli è costretto a muoversi a causa degli infortuni soprattutto per la punta. Si parla tanto di rinforzi anche per la fascia sinistra ma credo che Mario Rui sia una garanzia. Sarebbe diverso, invece, se riuscissero a trovare un giocatore eclettico che possa giocare su entrambe le fasce, che sappia adattarsi alle varie situazioni ma la priorità resta a mio avviso l'attaccante centrale”.
Inglese è il nome giusto per il reparto offensivo? Rischia di diventare un nuovo Pavoletti, potrebbe adattarsi agli schemi di Sarri velocemente?
“Martedì ero al 'San Paolo' per Napoli-Shakhtar Donetsk, è difficile adattarsi agli schemi di Sarri, ci sono movimenti codificati, studiati e preparati più volte in allenamento. Anche i protagonisti del Napoli di tutta l'era Sarri commettono degli errori, figuriamoci un nuovo arrivo. Inglese, però, può dare qualcosa nel futuro, è giovane, ha voglia di migliorarsi e poi può consentire al Napoli d'impostare delle partite in modi diversi, con un centravanti classico che sappia essere un punto di riferimento”.
La Roma sta viaggiando in maniera spedita sia in Italia che in Europa, pensi che abbia bisogno di qualche altro ritocco visto l'ìnfortunio di Karsdorp e i problemi di Schick?
“Non credo che Karsdorp riuscirà a rientrare in campo molto presto, Schick, invece, può rappresentare un innesto adeguato, anche se non so in quale posizione possa inserirsi in questo momento. Il ceco potrebbe consentire a Dzeko di avere qualche turno di riposo ma un cambio del genere trasformerebbe l'intera fisionomia della squadra. In difesa la Roma ha qualche buco da riempire, bisognerà capire cosa vorranno fare. Monchi non è un direttore sportivo che spreca le risorse a sua disposizione, sa gestire le situazioni ed è abituato a portare a casa colpi interessanti con una disponibilità economica non esaltante“.
Nonostante il ko nel derby, la Lazio sta andando oltre le più rosee aspettative, gli infortuni in difesa di qualche mese fa hanno messo in mostra una rosa un po' corta. Credi che Tare abbia in mente qualche colpo a gennaio per rinforzare l'organico a disposizione di Simone Inzaghi?
“Non credo perchè in difesa hanno tanti giocatori che possono essere schierati sia da centrali che da esterni, a centrocampo sono ben coperti, Simone Inzaghi sta lanciando anche dei giovani che ha valorizzato ai tempi del vivaio, come per esempio Murgia. Il recupero di Felipe Anderson, invece, può cambiare la fisionomia della squadra, il brasiliano può essere un catalizzatore del gioco, sa fare la differenza”.
Le dichiarazioni di Joao Mario, l'infortunio di Vanheusden che ha tolto un'alternativa in una difesa che già presentava poche soluzioni. Alla luce di tutto ciò, cosa farà l'Inter durante il mercato di gennaio? Cosa può inventarsi Sabatini viste anche le limitazioni provenienti da Suning quest’estate?
“Bisogna capire se possono spendere, è questo il freno di Inter e Milan. Hanno le rose piene, devono operare con saggezza. L'esempio più chiaro è la situazione di Dalbert, che è stato pagato 22 milioni di euro e non è un titolare, Spalletti gli preferisce Nagatomo. Bisogna verificare quali saranno le uscite per capire poi le eventuali entrate”.
Sarri e Spalletti sono gli allenatori che fanno ricorso meno al turnover. Credi che potrebbero sfruttare meglio la rosa a propria disposizione, soprattutto il Napoli impegnato anche in Champions League? Quali sono i giocatori che dovrebbero trovare più spazio a tuo avviso?
“Sicuramente le alternative del Napoli e dell'Inter potrebbero fare di più, però, gli allenatori stanno cercando di forzare i ritmi facendo giocare quelli che rendono di più per approfittare anche delle difficoltà della Juventus. Penso che i vari Brozovic, Zielinski, Diawara, se gestiti bene nello spogliatoio e tenuti sempre pronti e concentrati, possono dare un grande contributo”.
Da osservatore dell'Everton, cosa pensi che farà la tua società durante il mercato di gennaio e ti aspetti dei movimenti sull'asse Italia-Inghilterra?
“Riguardo all'Everton si deve risolvere prima la situazione interna con il nuovo allenatore, bisogna ricompattare l'ambiente. Il calciomercato della Premier League, gli inglesi sono atipici, spendono tanto nel loro mercato a differenza nostra che invece preferiamo guardare all'estero. I trasferimenti interni in Inghilterra poi sono vissuti con serenità a differenza, invece, dell'Italia, dove a livello mediatico sono ancora assorbiti con grande clamore soprattutto dalle tifoserie. Non mi aspetto dei movimenti sull'asse Italia-Inghilterra, ci sono tanti giocatori della Serie A che piacciono in Premier League ma non sono cedibili a gennaio”.
Brucia ancora la sconfitta contro la Svezia e la mancata qualificazione ai mondiali di Russia 2018. Da dove deve ripartire il calcio italiano?
“Bisognerebbe avere la possibilità di lavorare con calma con più italiani. Ho sentito tante voci ma nessuno ha colto il punto principale, è incredibile come neanche l'Associazione Italiana Calciatori si sia fatta sentire su quest'aspetto. Ho grande rispetto per Zamparini e per quanto ha fatto ma non è accettabile vedere una squadra come il Palermo in Serie B in campo con un solo italiano. Serve una limitazione per gli stranieri, penso per esempio a ridurre a cinque quelli schierabili in campo. Tutti vogliono portare acqua al proprio mulino, nessuno colpisce gli interessi grossi, rappresentati dagli investimenti nel mercato estero. Penso che un giovane di livello importante come Rugani non è titolare nella Juventus, anche Gagliardini nell'Inter non è un punto fermo, talvolta va in panchina. Bisogna studiare un percorso per fare in modo che i nostri giovani giocatori giochino, che i settori giovanili siano più considerati”.
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