SVEZIA ITALIA SALANDIN / Poco più di 24 ore e poi sarà Svezia-Italia. Primo atto di un doppio confronto che decreterà chi volerà al Mondiale russo e chi, invece, lo dovrà guardare da casa. Alla vigilia del match della 'Friends Arena', Calciomercato.it ha intervistato Stefano Salandin, giornalista di 'Tuttosport': “Intanto la Svezia è arrivata a questo spareggio da un girone difficilissimo. Noi parlavamo molto del nostro gruppo per la presenza della Spagna, ma loro avevano la Francia, che hanno battuto, e l'Olanda, quindi un girone più difficile del nostro. Questa è una squadra assolutamente quadrata e paradossalmente l'assenza di Ibrahimovic ha responsabilizzato ancora di più gli altri giocatori. Tra tutti spicca forse Emil Forsberg del Lipsia, davvero molto forte. Fanno benissimo il 4-4-2, sono molto organizzati e bisognerà stare attenti sulle fasce, dove sono bravi con le sovrapposizioni. Poi però è chiaro che dal punto di vista individuale e tecnico l'Italia dovrebbe essere superiore”.
Ecco: che Italia arriva a questo spareggio?
“Dal punto di vista fisico, è sicuramente migliore rispetto a quella che abbiamo lasciato dopo le partite con la Spagna e quelle con Israele, Macedonia e Albania. Il problema però non sarà fisico o tattico, ma mentale: si erano perdute un po' di certezze che l'Italia dovrà ritrovare. Non è un caso che anche a livello tattico, per la prima partita, si dovrebbe tornare alle vecchie abitudini con un 3-5-2 che ormai sembra assodato”.
Il ritorno al 3-5-2 è un passo indietro da parte del Ct Ventura?
“Direi più una scelta di ragionamento, di consapevolezza, e anche da questo punto di vista di maturità. Lui ha provato un salto in avanti che è fallito clamorosamente con la Spagna, che è la partita che ha fatto perdere tutte quelle certezze che si stavano trovando, e parlando anche con i giocatori probabilmente ha capito che in questo momento ed in queste partite è meglio percorrere strade già note ai giocatori e alla squadra. Più che un passo indietro direi una scelta consapevole e razionale, dunque”.
Ma visto il girone, l'Italia poteva fare qualcosa in più o il playoff era il risultato massimo a cui poter ambire?
“Dopo i sorteggi ci aspettavamo tutti quanti di andare allo spareggio arrivando secondi a meno di imprese, anche se è vero che la Spagna l'avevamo battuta all'Europeo. Quella Spagna, però, era altra cosa. Più che l'arrivare secondi, comunque, è il come ci si è arrivati che non ha convinto. Ovvero con quel pesante stop a Madrid e con troppe amnesie durante le partite, perché è vero che i punti sono arrivati, ma abbiamo sofferto moltissimo in Macedonia andando ad un passo dalla sconfitta, il primo tempo con Israele a casa loro e anche in altre partite. Ci sono stati troppi blackout e c'è stata un po' una tendenza a trascurarli anche dal punto di vista della critica quando invece andavano presi maggiormente in considerazione. Alla fine sono stati proprio quei blackout a far perdere le certezze. Per cui, ripeto: è stato più il modo che il dove si è arrivati”.
Immobile dovrebbe essere certo di un posto in attacco. Chi il suo partner ideale tra gli altri azzurri convocati?
“Le prove fino ad ora sono state tutte in direzione di Zaza con qualche puntatina su Eder. Direi che la coppia dovrebbe essere Immobile-Zaza, che non a caso è quella su cui aveva puntato all'inizio della sua carriera in azzurro anche Antonio Conte. Zaza si era un po' perso, ora si è ritrovato e la coppia dovrebbe essere composta da loro due in sostanza”.
Ma in questa Nazionale non c'è spazio per Balotelli? I tifosi sono divisi
“Il problema di Balotelli è da sempre comportamentale. Basta vedere anche l'ultima partita in Francia in cui si è fatto espellere. Continua ad avere degli atteggiamenti poco consoni e pesano anche i suoi trascorsi. Lui deve ancora dimostrare di essere un giocatore mentalmente pronto, perché il problema non è tecnico, ma proprio mentale. E ancora non ci siamo”.
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