BERBATOV CRISTIANO RONALDO MESSI MARTIAL / Dimitar Berbatov ha girovagato per tutta Europa, salvo ritrovarsi ora – a fine carriera – in India, con la maglia dei Kerala Blasters. Ma nel suo lungo girovagare l'esperta punta bulgara ha avuto la fortuna di giocare assieme a tanti campioni o potenziali tali. In una lunga intervista 'ESPN' l'ex Manchester United e Monaco ha parlato a tutto tondo, svelando anche retroscena curiosi.
CORI – “Quando ho vinto la Coppa di Lega col Tottenham nel 2008 i tifosi hanno iniziato a intonare cori per me. Pensavo: 'Perché lo fanno?'. Non mi piaceva quell'attenzione, alcuni giocatori sono contenti ma io mi sentivo imbarazzato e pensavo: 'Per favore finitela!'. Non so perché mi sentivo così però…”.
RETROSCENA – “Quando ho firmato per lo United, c'era anche il City interessato. Ma io volevo solo i 'Red Devils', anche se i loro ‘cugini’ mi offrivano più soldi. Però la loro squadra era più debole e non poteva competere con lo United”.
CRISTIANO RONALDO-MESSI – “Cristiano è un calciatore brillante, ma Leo è assolutamente il migliore. Rende facile qualsiasi tipo di giocata, segna e crea occasioni da gol ed è molto completo. Se tu chiedi a una persona più grande chi è il migliore della storia probabilmente ti risponderà Pelé, Maradona, Puskas o Di Stefano. Ma se si guarda alla mia generazione la gente ti risponderà sempre uno tra Messi e Cristiano Ronaldo”.
ESEMPIO – “I giovani calciatori cercano di imitare i grandi attaccanti come Ronaldo e si vede: tentano di copiare il suo taglio di capelli, l’abbigliamento che indossa e sognano di guidare le macchine lussuose che possiede. Io posso parlare di come lavora Cristiano durante gli allenamenti. Lo fa duramente. Al Manchester voleva essere il migliore di tutti. Il resto viene dopo. Aggiungo che i giocatori giovani dovrebbero imitarlo per ciò che fa in campo, non per tutta quella m**** che vedono di lui al di fuori del campo”.
FULHAM – “Nessuno vuole lasciare lo United, ma volevo giocare. Dopo l’acquisto di Van Persie mister Ferguson non poteva garantirmi lo stesso minutaggio ed ho deciso di cambiare aria. Erano arrivate le offerte di Fiorentina e Juventus, ma – dopo tanti anni in Premier – non volevo cambiare Paese ed imparare una nuova lingua”.
MARTIAL – “Quando sono arrivato al Monaco, alla prima sessione di allenamento mi sono ritrovato circondato da ‘ragazzini’ che volavano attorno a me: Anthony Martial, James Rodriguez, Geoffrey Kondogbia, Yannick Carrasco e Bernardo Silva. Ho pensato: ‘O sono diventato vecchio io o sono troppo bravi loro’. Martial aveva qualcosa di speciale: le sue qualità si notavano ad occhio nudo. L’unica cosa che gli mancava era la consapevolezza. E’ cresciuto tanto ma può ancora crescere”.
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