Italia, da Insigne a Verratti: ‘criptonite’ Nazionale

Campioni con i club, male in Azzurro: lo strano caso dei calciatori italiani

ITALIA INSIGNE VERRATTI / La gara di ieri con la Macedonia è stata probabilmente il culmine di un periodo negativo per la Nazionale che dalla gara con la Spagna non sembra essersi più ripresa, nonostante la vittoria (striminzita) contro Israele. Una botta psicologica che probabilmente ha soltanto messo in luce tutti i limiti di questa Italia e probabilmente del commissiario tecnico Ventura. In realtà, la nostra Nazionale, nonostante fosse arrivata a giocarsi il primo posto nel girone con la squadra allenata da Lopetegui, a sole tre giornate dal termine della fase a gironi, aveva già mostrato un gioco che pareva non essere all'altezza della Spagna, né in generale sufficiente a pensare di poter fare bella figura in una competizione come il Mondiale. 

Se all'inizio della sua avventura da commissario tecnico dell'Italia Giampiero Ventura è stato spesso criticato per il fatto che la squadra non sembrava avere una vera e propria identità, uno stile di gioco, d'altro canto il tecnico è stato anche spesso elogiato pubblicamente dalla critica sportiva per aver avuto il coraggio di fare delle scelte non facilissime (come escludere Graziano Pellè) e aver valorizzato diversi  giovani. Guardando i risultati ottenuti, però, appare evidente che qualcosa non è andato per il verso giusto. Intendiamoci, non che fosse un totale fallimento arrivare secondi in un girone difficile, ma di sicuro ci si poteva aspettare di non fallire clamorosamente lo scontro diretto e in generale di poter assistere ad un gioco convincente almeno per buona parte del girone di qualificazione.

Italia, da Insigne a Verratti: azzurri dottor Jekyll e mister Hyde

Quello che è balzato subito agli occhi di uno spettatore più attento è come tanti giocatori di questa Nazionale si siano trasformati nelle loro ombre una volta indossata la maglia Azzurra, mentre nei rispettivi club mantengono tutt'altro rendimento. Un esempio lampante è Lorenzo Insigne. L'esterno del Napoli sta continuando sulla scia della passata stagione e con la squadra di Sarri ha già collezionato due reti da inizio campionato e ben quattro assist; in Nazionale la musica è totalmente differente. In tutta la fase di qualificazione, Lorenzinho è andato al gol solo una volta e in generale non ha mai mantenuto lo stesso rendimento che mantiene nel Napoli. Discorso simile per Marco Verratti. Il centrocampista del Psg aveva cominciato alla grande la stagione con i francesi, ma dopo le gare contro la Spagna e l'Israele in Nazionale ha perso il posto da titolare anche nel club, come se fosse stato “avvolto” dalla maledizione azzurra. Per Leonardo Bonucci il discorso è un po' diverso, in quanto i problemi che sta attraversando con la maglia azzurra li sta attraversando anche con il Milan, ma va detto che in Nazionale se li sta trasportando da prima del suo passaggio in rossonero durante la sessione estiva del calciomercato. Già quando vestiva la maglia della Juventus, Bonucci, in questa fase di qualificazione, non ha mai brillato come nel suo club. Lo stesso Marco Parolo non è riuscito a mantenere uno rendimento costante in Nazionale, come invece riesce a fare con la maglia della Lazio; ma potremmo parlare anche di Ciro Immobile, che seppur sia stato decisivo e vitale con i suoi gol (ne ha segnati 6 durante le qualificazioni) sembra sempre garantire prestazioni più convincenti col club. Neanche l'aver gettato nella mischia Simone Verdi nella serata di ieri contro la Macedonia ha cambiato questo andazzo, eppure sta facendo ottime cose con la maglia del Bologna. Che si tratti di moduli differenti, oppure no, sta di fatto che sembra chiaro come Giampiero Ventura non sia riuscito a dare un'impronta marcata del suo stile di gioco, delle sue conoscenze, a questa Nazionale, che troppo spesso ha cambiato i suoi interpreti. 

Vincenzo Velluso