NEWS MANCHESTER UNITED/ Romelu Lukaku è tornato con il suo ex manager José Mourinho al Manchester United. Nel breve periodo passato insieme al Chelsea, nel 2013, il loro rapporto apparve complicato, con lo 'Special One' che lasciò l'attaccante libero di andare all'Everton. Adesso, con il belga che si è trasferito ai 'Red Devils', ecco uno sguardo alle battute che Lukaku e Mourinho si sono scambiati in questi anni.
2013. Mourinho torna al Chelsea ed è lesto a dichiarare che Lukaku, autore di 17 gol con la maglia del WBA nella stagione precedente, farà parte dei suoi piani.
“Posso dire che de Bruyne e Lukaku sono profili di giocatori sui quali il Chelsea ha investito tanto e penso che sia mio dovere tirare fuori il meglio da questi investimenti. Penso che entambi siano pronti per far parte della squadra”.
Dopo l'amichevole vinta 4-1 contro il Malaysian XI, nel pre-campionato, Mourinho mette le cose in chiaro sul paragone con Drogba: “Lo paragonano con Drogba, ma dobbiamo rispettare Didier, unico nella storia del Chelsea, e al tempo stesso Lukaku. Il modo migliore per farlo è non paragonarlo ad una leggenda della squadra. Lasciate Drogba dov'è, al top nella storia del Chelsea e lasciate Lukaku libero di lavorare sodo. Il ragazzo è bravo”.
Le cose però non vanno nel verso giusto e Lukaku chiede di lasciare il Chelsea per l'Everton dopo aver sbagliato un calcio di rigore nella sconfitta in Supercoppa Europea contro il Bayern Monaco.
All'Everton, Lukaku trova immediatamente confidenza con il gol e anche il tempo di rendere omaggio a Mourinho.
“Ho avuto Mourinho come allenatore per due mesi. Qualcosa di speciale. Lui sta gettando le basi di una macchina imbattibile, ancora. Non ci sono stati problemi tra noi. Lui voleva che io restassi e mi ha chiesto per quale motivo volessi andare via. In qualche intervista le mie parole sono state travisate, ma la verità è che lui ha accettato di lasciarmi andare. Ha capito cosa volevo ed è per questo che lo apprezzo”.
Mourinho, dal canto suo, non si pente della decisione e spiega: “Giocare per l'Everton è una cosa, giocare per il Chelsea è un'altra. Non ci sono rimpianti”.
Lukaku replica: “Se ora giocassi per il Chelsea, forse avrei giocato cinque partite e segnato uno o due gol. Ma adesso, in Inghilterra, tutti parlano di me”.
Mourinho non si lascia intimorire: “A Romelu piace parlare, è un giovane ragazzo al quale piace parlare.Ma l'unica cosa che non ha detto è perché è andato in prestito all'Everton. Chiedeteglielo.Sono fecile che lui abbia segnato contro le nostre dirette rivali e non contro di noi. E' bene per la sua crescita e un bene per il Chelsea perché ci apparterrà per molto tempo”.
Nel 2014, il prestito di Lukaku all'Everton si trasforma in una cessione a titolo definitivo che Mourinho spiega così: “Romelu è sempre stato chiaro con noi. Voleva essere l'attaccante titolare”.
Colpa di Mourinho? No. Lukaku lo difende all'Everton: “La scelta è stata fatta esclusivamente da me e non dal Chelsea. Tutti dicono che la mia cessione è colpa di Mourinho ma non è vero, ho preso io la decisione. Ho firmato per l'Everton alle 11 e il primo messaggio arrivato sul mio cellulare è stato quello di Mourinho. Mi ha detto: buona fortuna, dai il meglio e ci vedremo la prossima stagione”.
Nel 2016, il cerchio inizia a chiudersi. Alle prime indiscrezioni sul possibile approdo di Lukaku al Manchester United (avvenuto adesso con un anno di ritardo) il belga reagisce così: “Tante persone dcono che devo convincerlo ma non è questo il punto. Tre stagioni fa avevo vent'ann e non ero pronto per giocare subito in un top team”. Adesso, lo è.
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