ITALIA UNDER 21 AMELIA / Stasera inizierà l'avventura dell'Italia Under 21 nell'Europeo di categoria. I ragazzi di Di Biagio affronteranno da favoriti la gara contro la Danimarca. Marco Amelia, che con la maglia della Nazionale ha vinto l'Europeo U21 del 2004 e i Mondiali del 2006, ha fatto il punto sugli azzurrini: “E’ un gruppo molto forte, certamente completo. Per questo le aspettative sono alte – spiega alla 'Gazzetta dello Sport' – Giovani portieri come Meret, Scuffet, Zaccagno e Plizzari? E aggiungerei nell’U20 Perisan, sempre dell’Udinese. La scuola dei portieri italiani è sempre stata la migliore, lo dice la storia e lo ha scoperto anche Courtois quest’anno, visto che ha avuto un preparatore italiano (Spinelli, ndr). Meret lo volevo piccolissimo in Lega Pro, quando avevo la Lupa Castelli: ben impostato tecnicamente e mentalmente. Scuffet l’ho scoperto dopo: a Como ha sofferto, ma ha un potenziale ottimo. Zaccagno ha fatto un gran Mondiale, Plizzari è giovanissimo e già terzo al Milan…”.
DONNARUMMA – “Non mi sento di giudicare o crocifiggere un ragazzo così giovane. Quella tra Gigio e il Milan sembrava la classica bella storia da portare come esempio per i ragazzi che si avvicinano al professionismo. E invece poi è andata così. Lui e il suo agente hanno preso la loro decisione, ci avranno riflettuto bene e a lungo, valutando vantaggi e svantaggi di un addio. Credo che sia consapevole dell’esperienza fantastica che il Milan gli ha permesso di fare e della fiducia che hanno avuto nel lanciarlo così presto in Serie A. Donnarumma è sicuramente un ragazzo ambizioso che sa di poter avere una grandissima carriera davanti e forse oggi reputa il Milan un gradino inferiore rispetto ad altri top club. Resto un romantico del calcio, mi sarebbe piaciuto vedere Gigio sempre al Milan e spero si possa ancora tornare indietro”.
I RICORDI – “Europeo del 2004? Avevamo una grande pressione addosso, anche perché per l’opinione pubblica non eravamo tra gruppi più forti di quegli anni. Però era una squadra di grandi uomini prima di tutto. E lo dimostrammo. Ricordo ancora il discorso del presidente del Coni Petrucci e del presidente Carraro: l’Italia teneva tantissimo a qualificarsi per l’Olimpiade, quindi l’obiettivo minimo era chiudere tra le prime tre”.
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