ITALIA BUFFON CONFERENZA / Alla vigilia di Italia–Liechtenstein, Gianluigi Buffon parla in conferenza stampa al fianco del ct Ventura: “La carriera di uno sportivo è fatta di vittorie e di sconfitte. Ho vinto tanto e ho perso anche tanto. Bisogna guardare avanti. Potrebbe essere l'ultimo anno e voglio farlo da protagonista”. Queste il resto delle sue dichiarazioni sulle news Italia raccolte da Calciomercato.it.
STIMOLI – “Ci sono, altrimenti non sarei un capitano. Li troviamo perché abbiamo un obiettivo comune, il mister ci stimola e la soddisfazione più grande che provo è fare il mio lavoro bene”.
RISCHIO SCIVOLONI PRIMA DEL MATCH CON LA SPAGNA – “Se l'Italia si fermasse per guardarci sarebbe un primo segnale di vicinanza, una onda lunga di un percorso partito tre anni fa. Tappe intermedie? C'è solo la partita di domani. Speriamo di avere già messo nella testa ciò che serve, di essere già in empatia con l'evento. Per il 2 settembre saremo pronti”.
RECORD PRESENZE NAZIONALE – “Non penso di riuscire a farlo, ma – visto che potrebbe essere l'ultimo anno – voglio fare un anno da protagonista, dove il Buffon migliore, attento ai dettagli e desideroso di lasciare un segno importante deve lasciare segni importanti. I traguardi personali e di squadra sono la conseguenza di come hai lavorato per arrivare a certi traguardi”.
DIFFERENZE TRA ITALIA E SPAGNA – “Italia e Spagna si sono affrontate tantissime volte, questo significa che mettendo in campo le nostre qualità e le nostre virtù sappiamo giocarcela fino alla fine. Spero che le batoste possano aiutare a fare meno errori in futuro”.
MERET E SCUFFET POSSIBILI EREDI – “Il Friuli è senza dubbio terra di portieri, anche io ne ho una parte nel mio sangue. Meret e Scuffet sono una parte del presente, hanno la sfortuna di avere davanti Donnarumma, che è un portiere di grande presente e questo inciderà sicuramente anche in futuro. Ma credo che sia Meret che Scuffet li troveremo in pianta stabile in Nazionale. Donnarumma alle spalle mi dà stimoli? Sono sempre stato una persona razionale: è giusto che in Nazionale ci sia uno come Gigio, un allenatore fa la formazione per vincere. Per me è un grande stimolo. A 39 anni so che per avere il posto devo pedalare”.
Successivamente il portiere azzurro ha parlato dei suoi possibili progetti futuri ai microfoni di 'Sky Sport': “Quando mi chiedono cosa farò in futuro ho sempre detto che non mi vedo nelle vesti di allenatore. Fare il ct? Perché no: è un ruolo molto meno caotico”.
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