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Napoli, Gargano: “Partenopei maleducati. Mazzarri? Lavezzi voleva picchiarlo e io…”

Il 31enne centrocampista uruguaiano sta proseguendo la sua carriera in Messico con la maglia del Monterrey

NAPOLI GARGANO / MONTERREY (Messico) – Terminata la sua esperienza italiana con la maglia del Napoli, la carriera di Walter Gargano sta proseguendo la sua carriera con la maglia del Monterrey. Ospite in una trasmissione dell'emittente radiofonica messicana 'RG', il 31enne centrocampista uruguaiano, ha rilasciato dichiarazioni che certamente faranno discutere i suoi ex tifosi.

“Ho due figli napoletani e posso dire che è vero: Napoli è una città folle e realmente caotica, unica. Ammiro il modo in cui vivono il calcio,  anche se non condivido la loro cultura. Sono insolenti, maleducati. Hanno degli atteggiamenti che qui sono al contrario. Qui la gente è molto educata, ti chiede le cose dicendo per favore, se stai cenando o pranzando aspetta il momento giusto. Lì, invece, in qualsiasi momento ti assalivano gridando nella loro lingua, il napoletano, “uè, gargà, vieni accà”, senza mai chiedere per favore. È unico per un calciatore, c’è una passione immensa: se le cose vanno bene non puoi uscire di casa e se vanno male nemmeno!”.

Un passagio poi, è stato dedicato a suoi ex allenatori: “Non no nulla di male da dire su Benitez, gli sono grato perché sono tornato a Napoli grazie a lui. L’Inter voleva comprarmi, ma arrivò Mazzarri e con lui non c’erano dei problemi ma delle divergenze d’opinione. Se mi dicono che una cosa è verde, ma io la vedo nera, per me continuerà ad essere nera. Ho molto carattere e, grazie a Dio, ho sempre seguito le cose che per me sono giuste. Se c’era qualcuno che non era giusto, per me era questo signore. Sono cose che succedono, non c’erano problemi tattici: pensava che bastava dirmi 'devi fare così, decido io'. Ok, decidi tu, ma sono io che vado in campo! Ha avuto problemi anche con altri sudamericani, come con Lavezzi ad esempio: ci fu un giorno in cui il 'Pocho' voleva picchiarlo e fui io a fermarlo! Se non ci fossi stato io non so come sarebbe finita. Mazzarri voleva avere sempre l’ultima parola, aveva un carattere particolare e noi eravamo sicuramente giovani e un po’ ribelli. Non gli piaceva nemmeno che bevessimo il mate negli spogliatoi  o che ascoltassimo la nostra musica. Sono cose caratteristiche per noi e a lui non piacevano”.

F.S.

Bruno De Santis

Napoletano, giornalista professionista dal 2006. Il calcio prima di tutto: poco bravo con i piedi, un po' di più (si spera) con la penna.

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