JUVENTUS POGBA PERFEZIONISTA ONORO 10 / TORINO – “Non sono nessuno, non ho ancora fatto niente”. Paul Pogba carica se stesso e la Juventus per il 2016. Il fuoriclasse bianconero 'studia' da leader tecnico dei bianconeri dopo gli adii in estate di Tevez, Pirlo e Vidal: “E' una Juve diversa, c'è più responsabilità per altri uomini. Prima avevo al fianco Pirlo e uno degli avversari sempre su di lui. Ora lo mettono su di me: è un po' diverso – ha dichiarato in un'intervista a 'La Stampa' – La numero 10? Non sono un dieci come posizione in campo. Mi sento un centrocampista, però è un onore indossare questa maglia. E' pesante e io voglio onorarla. Del 2015 mi porterò dietro gli ultimi mesi, che sono stati diversi rispetto gli ultimi anni. Un giorno voglio vincere la Champions: l'abbiamo persa, però dagli errori si impara”.
RUMORS E FUTURO? – “Sono un perfezionista, mio padre mi ha insegnato così. Le foto sui social? Se mi vedessero in Cina, qualcuno direbbe che vado a giocare là. Come lo scatto con Messi: non ho Instagram, solo Twitter. Raiola? Mi dice di non guardare la Tv, ma io già la guardò poco. Non bado a quello che dicono su di me. Platini dice che segno poco? Non lo sapevo. Il mio obiettivo è quello di aiutare la squadra: se segno, ancora meglio. Mi piace la Premier, la Liga. Osservo sempre quelli che giocano nel mio ruolo: Yaya Touré, Iniesta, Vidal, per vedere dove posso ancora migliorare. Deschamps mi dice di giocare semplice, la Juve è il suo club, guarda le partite in televisione. Devo trovare il momento giusto per fare certe cose e quello per il passaggio: in questo senso guardo molto Iniesta. Gli Europei? Possiamo andare lontano, come l'Italia. A Kondogbia serve un periodo di adattamento”.
DYBALA – “Per lo scudetto non mi fa aura nessuno, anche se le altre squadre si sono rinforzate. Non si può dire quale sia la Juve migliore degli ultimi anni, che vinca o no. Dybala? Non mi ha sorpreso, l'ho sempre detto: è il mio fenomeno. Ammiro la sua tecnica, giocare nella Juve e fare queste cose è fenomenale. Può vincere il Pallone d'Oro. All'inizio gli ho detto: 'Sei forte, vai e dacci una mano'”.
SORTEGGIO CHAMPIONS – “C’è una cosa brutta: che poteva capitarci una squadra più debole. E un'altra bella: che tutti si aspettano che perdiamo, come nella semifinale col Real dell'anno scorso. Me lo sentivo che avremmo preso il Bayern Monaco: l'avevo detto a Coman. La gente deve sapere che nella Juve non è facile. C’è una cultura del lavoro diversa rispetto all’estero. Io sono stato al Manchester: sembrava di essere in vacanza. Qui si lavora tanto, perché tutti gli scudetti non è che li abbiamo rubati: è il lavoro, fino alla fine. E poi c'era Tevez, c'è Morata: per un attaccante non era facile giocare”.
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