JUVENTUS INTERVISTA LIPPI A LA GAZZETTA DELLO SPORT / TORINO – L'edizione odierna de 'La Gazzetta dello Sport' presenta in apertura di giornale una lunga intervista a Marcello Lippi, che commenta le ultime news Juventus e non solo.
ALLEGRI – “Ne ho sempre parlato bene perché mi sono rivisto un po’ in lui. È arrivato alla Juve più o meno alla mia età, ha la stessa mia concretezza e la voglia di modernizzare la squadra. E' stato intelligente: è entrato in punta di piedi in un ambiente dove si praticava un certo calcio, senza stravolgere le certezze. Poi, ha dato a poco a poco la sua identità”.
CONTE – “Parlo molto spesso con Conte. È uno dei tanti che ho allenato e poi è diventato tecnico: tutti dicono di aver preso qualcosa da me. Abbiamo trascorso anni straordinari, siamo cresciuti assieme nella Juventus. Resta il ricordo per tutte le domeniche passate ad abbracciarci per i successi. Abbiamo avuto qualche contrasto, ma se c’è intesa passa tutto, come le liti con la moglie. Si sente solo? Un po' lo è, come tutti i ct. Ma è circondato da persone competenti in Figc”.
ITALJUVE – “L'ItalJuve deve far riflettere gli altri club. Ci sono troppi stranieri nel campionato, troppi nei settori giovanili, senza alcun riferimento al colore della pelle. E poi chi domina da quattro anni ha investito sul blocco italiano… Morale? Ha mantenuto senso di appartenenza e compattezza morale necessari per vincere”.
CHAMPIONS LEAGUE – “Il sorteggio può dare una mano: pensate alla Juve di Conte, se non avesse trovato il Bayern. Il Monaco è da temere, per carità, ma non è il Barcellona. E se sei in semifinale… Penso alla mia Italia: non era favorita ma, una vittoria dopo l’altra, è arrivata in fondo. Tutto può accadere. La Juve cresce bene: dopo essersi imposta in Italia ora può diventare europea. E dare una spinta a tutto il movimento”.
POGBA – Una breve parentesi sull''uomo del calciomercato estivo' Paul Pogba…: “Potenzialmente immenso. Deve solo evitare certi atteggiamenti e certe giocate creative. O almeno farle il più vicino possibile all’area avversaria”.
CALCIOPOLI – “Dopo tanti anni mi pare sia emerso che non c’erano solo due brutti anatroccoli, ma che un po’ tutti avessero certe abitudini. Ma è tutto ormai lontano nella memoria”.
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