VIAGGI SPOSTAMENTI LAVORO STUDIO MEZZI / ROMA – Gli italiani continuano a preferire l’auto per recarsi a lavoro o per motivi di studio. Nell'ultimo decennio la popolazione che si sposta da casa verso i luoghi di studio o di lavoro, è cresciuta di oltre 2 milioni ma la rivoluzione degli stili di vita invece stenta ad arrivare. A fronte di questo aumento, infatti, gli italiani restano affezionati all'auto come mezzo di trasporto. Per questo tipo di spostamenti, 6 su 10 prediligono la vettura a quattro ruote o come conducenti o come passeggeri, mentre, ancora una volta, seppur in lieve aumento, registrano percentuali basse la scelta del servizio pubblico, utilizzato dal 13,4%, e in quello della di gran lunga più ecologica bicicletta, appena il 3,3%.
LO STUDIO ISTAT – La fotografia della mobilità italiana per gli spostamenti casa-lavoro e casa-istruzione è stata scattata dall'Istat che ha diffuso oggi i dati definitivi del 15esimo censimento della popolazione e delle abitazioni relativi agli spostamenti pendolari per questi due motivi.
Dei 28.871.447 di italiani, pari al 48,6% della popolazione, che al 9 ottobre 2011 risultano ogni giorno andare da casa al lavoro o nei luoghi di studio (erano 26.764.361 nel 2001, data dell'ultimo censimento), 8 su dieci utilizzano un mezzo di trasporto. Il mezzo privato di trasporto si conferma quindi la scelta più gettonata: il 44,9% la utilizza come conducente e il 15,9% come passeggero. Parallelamente, il trasporto pubblico e collettivo cresce ma stenta a decolla. In dieci anni quanti hanno optato per treni, tram, autobus, metropolitane e corriere sono aumentati appena dello 0,5%, dal 12,9% al 13,4%.
Nonostante i boom di vendite degli ultimi anni, la crescita rimane contenuta anche per le due ruote a pedale, che rimangono ‘parcheggiate’ in garage o in cantina quando si tratta di metterle al servizio dello spostamento quotidiano. Utilizzano le biciclette il 3,35% degli abitanti del Bel Paese, lo 0,4% in più di dieci anni fa. Cala anche la percentuale di chi sceglie scooter e moto, mezzo prescelto dal 3,5% della popolazione. Percentuale che era al 4,7% nel 2001. Segno negativo anche per l'abitudine di raggiungere scuola o lavoro a piedi: dal 2001 al 2011 i pendolari pedoni sono passati dal 16,9% al 15,8%. Il 66,4% delle persone che quotidianamente si sposta lo fa per motivi di lavoro (63,8% nel 2001), il restante 33,6% per recarsi verso i luoghi di studio.
GENERE – . Significative anche le differenze di genere: a scegliere i mezzi pubblici sono di più le donne (6,3% contro il 3,1% per gli uomini) che prediligono anche la bicicletta più dei maschi (4,1% contro 3,5%).
REGIONI E PROVINCIA – La mobilità maggiore si registra nelle province autonome di Bolzano (57%) e Trento (56,2%), in Lombardia (54,1%), Veneto (53,6%), Emilia Romagna (53,1%) e Valle d'Aosta (52,7%). Al di sotto del valore medio nazionale si attestano invece tutte le regioni del Sud, con le incidenze più basse registrate in Sicilia (41,3%) e Calabria (41,5%), Al Nord invece svetta la Liguria (46,8%). Analizzando il dato del numero delle persone che si spostano per motivi di lavoro, dal censimento Istat emerge che la mobilità è più intensa nelle regioni del Nord, dove generalmente i tassi di occupazione sono più elevati: le percentuali maggiori si riscontrano in Valle d'Aosta (72,2%), Emilia Romagna (71,3%), Friuli Venezia Giulia (71,1%), mentre ancora una volta nelle regioni del Sud e nelle isole le quote sono più basse. Nel Sud Italia sono invece più rilevanti gli spostamenti quotidiani dei giovani per raggiungere il luogo di studio, con le incidenze più alte in Campania (45,1%), Sicilia (41,6%) e Puglia (40,3%).
S.C.
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