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Italia, Cannavaro contro Balotelli: “Più famoso che bravo”

L’ex capitano azzurro si schiera dalla parte di Buffon nella querelle tra senatori e giovani

ITALIA CANNAVARO BALOTELLI BUFFON / ROMA – Non è passata di certo sotto silenzio l'eliminazione dell'Italia dai Mondiali 2014: subito dopo la sconfitta contro l'Uruguay tra gli azzurri si è aperta la resa dei conti tra senatori e giovani. Sul banco degli imputati soprattutto Mario Balotelli, contro cui, pur senza mai nominarlo, hanno puntato il dito Buffon e De Rossi

A dare manforte agli ex compagni di Nazionale arriva ora Fabio Cannavaro, capitano dell'Italia campione del mondo 2006, ma anche della squadra eliminata al primo turno nella rassegna iridata del 2010: “Fino ad ora Balotelli ha avuto più fama che gioco – le parole dell'ex difensore all'emittente brasiliana 'Spor Tv' -. Nel calcio non conta il nome, conta ciò che si fa in campo: l'importante è vincere e come uno riesce a farlo. Balotelli è giovane ed ha tante qualità, ma non le ha espresse”. 

L'atto di accusa di Cannavaro non finisce qui: “Balotelli forse è famoso per aver giocato con squadre del calibro di Inter, Manchester City e Milan, non per aver fatto grandi cose in campo come invece stanno facendo Neymar, Messi o Robben“. 

Ma Balotelli non è l'unico giovane azzurro ad essere messo sul banco degli imputati dall'ex capitano dell'Italia che chiede maggiore attenzione nelle convocazioni: “Oggi i calciatori arrivano in nazionale dopo aver fatto poche partite in Serie A: io ho dovuto giocare cinque anni a un certo livello per arrivare a vestire la maglia dell'Italia. Oggi è tutto più semplice, così i giovani non capiscono cosa significa stare in nazionale perché hanno tutto. Vestire la maglia azzurra deve essere un premio per chi ha fatto qualcosa di importante”. 

Le parole di Cannavaro si sposano in pieno quindi con lo sfogo post-elimintazione di Buffon: il nuovo Ct, chiunque sia, dovrà ripartire proprio da qui, da un gruppo diviso a metà tra senatori e giovani. La Nazionale del futuro ha bisogno di un nuovo patto tra generazioni per iniziare il lungo cammino verso il ritorno al vertice. 

Bruno De Santis

Napoletano, giornalista professionista dal 2006. Il calcio prima di tutto: poco bravo con i piedi, un po' di più (si spera) con la penna.

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