EDITORIALE MARCHETTI ITALIA MONDIALI / MILANO – Ora che l'Italia è fuori, che Prandelli si è dimesso e che anche Abete non sarà più presidente della Federazione, è arrivato il momento di rifondare. Ognuno si è assunto le sue responsabilità: ognuno ha pagato. Su questo non si può dir nulla ai vertici tecnici di questa spedizione Mondiale. Coerenti fino in fondo: è un grandissimo merito. Non era un gesto scontato, ma è un gesto che evita inutili polemiche, strascichi e processi.
Ora la discussione sarà tutta intorno al successore di Prandelli e sul progetto di ricrescita di questa Italia. Prandelli era riuscito a far dimenticare Sudafrica 2010 con un ottimo Europeo, quasi a sorpresa.
Il campo per i tre ha parlato eccome. E sono tre allenatori anche facilmente raggiungibili. Spalletti, forse, è l'unico che ha qualche difficoltà a liberarsi, visto che ha ancora un anno (molto ricco di contratto) con lo Zenit San Pietroburgo. Gli altri due sono liberi. Addirittura Mancini ha rescisso il suo contratto con il Galatasaray poco prima dei Mondiali. A sensazione, la questione economica non dovrebbe essere un problema: l'impegno non è quotidiano, permetterebbe una gestione diversa del tempo a disposizione. Si potrebbero ereditare anche le idee di Prandelli (che aveva cominciato a buttare giù prima del Brasile), ma forse per questo è presto. Ci sarebbero anche gli outsider. Quelli come Ranieri, che di esperienza ne ha da vendere, ma che si è accordato già con la Grecia. Oppure quelli come Zaccheroni, che però era uno dei preferiti di Abete e che soprattutto con il suo Giappone ha fatto la stessa fine dell'Italia, anzi peggio, visto che è arrivato ultimo nel suo girone.
Allegri, Mancini e Spalletti invece sono pronti, con l'esperienza giusta per fare il commissario tecnico. Ci sono anche degli incroci particolari: Mancini ha avuto sempre un rapporto di amore e odio con Balotelli (vi ricorderete la famosa strattonata ai tempi del City?), Allegri (oltre che con Balotelli) è stato fra quelli che ha lasciato andare Pirlo, Spalletti potrebbe tornare in Russia (prossimi Mondiali) dopo essersene andato e magari riproporre Criscito. Ma non conterà affatto questo. Conterà il progetto. Prima bisognerà decidere anche il presidente federale: sarà lui poi formalmente ad accettare le dimissioni di Prandelli e trovarne l'erede.
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