NAZIONALE MALDINI ITALIA MONDIALI / MANGARATIBA (Brasile) Nella sua straordinaria carriera manca solo l'acuto con la maglia azzurra. Paolo Maldini ha vinto di tutto e di più con il Milan anche se in Nazionale non è andato oltre la finale di Usa '94 persa ai rigori contro il Brasile. Maldini detiene però il record ancora imbattuto dei minuti in campo: 2218 in quattro edizioni, 23 partite su 23 senza mai uscire prima del triplice fischio: nessuno meglio di lui può dunque dare un giudizio agli azzurri di Prandelli dopo la gara d'esordio vinta sull'Inghilterra. “Dopo una vigilia piena di dubbi: gli ultimi risultati così così, gare un po’ sofferte, le solite perplessità intorno alla squadra. Evidentemente le certezze le avevano Prandelli e i giocatori. – le sue parole a 'La Gazzetta dello Sport' – Un gruppo forte si forma prima e giocare con quella maglia ti fa dare il massimo a prescindere. E poi Buffon è lì, uno come lui si sente anche se non gioca. Contro l’Inghilterra ho visto un modo di giocare intelligente e forse anche adattato al clima, che non è una cosa di cui vergognarsi: nel '94 anche un integralista come Sacchi, dopo dieci giorni a 38° con il cento per cento di umidità, stravolse non la sua idea di calcio ma il programma degli allenamenti”.
PIRLO – “Tutto passa da lui, tutto. Sa giocare corto e lungo, sa dare la palla laterale poche volte e in profondità: se vai sai che ti arriverà e se non sai a chi darla, la dai a lui. Andrea è fondamentale sempre e tanto più se fa tanto caldo: quello è il momento di far girare la palla, perché la palla va più veloce del l’uomo. E se hai tu la palla, ti stanchi di meno: in fatti sabato alla fine erano più stanchi gli inglesi”.
BALOTELLI – “Spero abbia trovato anche la tranquillità interiore che gli serve e che possa essere protagonista pure sul campo: intanto è partito alla grande, e anche questo conta. Ormai ha un’età in cui si dovrebbe essere fatti e maturi, è il momento giusto per dare più di quello che ha dato finora: non c’è niente di meglio di un Mondiale per diventare un uomo e un giocatore vero. E per consacrarsi”.
COSTA RICA – “Per quello che ho visto è più pericolosa dell'Uruguay. Magari con Suarez troveranno più sicurezza, ma nella prima partita li ho visti in difficoltà, tattica oltre che atletica: gli altri andavano il doppio. La Costa Rica mi è sembrata una gran bella squadra: organizzazione, talento, concentrazione”.
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