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Mercato Milan, l'obiettivo di Constant: “Diventare rossonero al 100 per cento”. E sul razzismo…

Il club meneghino ha riscattato ieri la meta' del cartellino del calciatore dal Genoa di Preziosi

MERCATO MILAN GENOA CONSTANT RAZZISMO / MILANO – Da ieri Kevin Constant è un giocatore in comproprietà tra Milan e Genoa, ma l'obiettivo del mancino guineano è un altro: “Io sono arrivato in prestito dal Genoa, ma voglio rimanere al Milan – le parole del calciatore a 'Tuttosport' -. Da quello che mi ha detto il mio agente, ci sono già state delle discussioni fra i due club e per il momento pensano al riscatto. Sono contento, ma io non vorrei stare al Milan in comproprietà, vorrei essere rossonero al 100%. Questo è il mio obiettivo”. Una metamorfosi quella di Constant, arrivato in Italia da centrocampista e trasformato in terzino sinistro di buon livello dal tecnico rossonero Massimiliano Allegri: “Un giorno venne a Pegli durante gli allenamenti il mio agente Oscar Damiani e mi raccontò che qualche persona dell’ambiente Milan gli aveva suggerito di dirmi di provare a giocare da terzino. Quell'idea era di Allegri. Damiani mi chiese se mi faceva piacere provare e io risposi di sì perché l'importante era scendere in campo, qualunque ruolo fosse. Poi non so se il mio agente ne parlò con il tecnico del Genoa (Marino, ndr), fatto sta che quando Moretti e Antonelli si fecero male, l'allenatore mi provò perché ero l'unico mancino con certe caratteristiche. Andò bene e giocai anche diverse gare di campionato comportandomi discretamente”. Constant ha anche chiaro l'obiettivo della squadra: “Terzo posto? Per me possiamo farcela. Siamo il Milan e non possiamo non puntare ai primi tre posti del campionato”.

RAZZISMO – Impossibile non tornare sull'episodio di Busto Arsizio, quando Boateng venne fatto oggetto di insulti razzisti che lo portarono ad allontanarsi dal campo. Successivamente la partita venne sospesa. “Per la mia esperienza l'Italia non è un paese razzista. Da quando sono qui, mai sentito dei buu, mai sentito niente del genere, eppure ho anche giocato in una città, Verona, che passa per razzista. Per me non è così. Da tre anni vivo in Italia e con la mia famiglia non ho mai avuto problemi, neanche in vacanza. Per me quello che è accaduto a Busto è un episodio grave, ma isolato. Noi abbiamo deciso di fermare il gioco e uscire dal campo perché non si può giocare in quelle condizioni, ma penso che non ricapiterà. Sicuramente non è stato uno spot positivo per l'Italia, visto che già prima di venire a giocare qua, la gente mi diceva di non trasferirmi perché avrei trovato un popolo razzista. Io pero' non posso dire che sia così”.

 

Redazione

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