Serie A, la ricetta per uscire dalla crisi: giovani, stranieri e…

Scopriamo i principali numeri che distinguono la stagione corrente da quella scorsa

SERIE A GIOVANI STRANIERI MEDIA ETA / ROMA – Quanta filosofia si è fatta sullo stato di salute (e di lustro) della Serie A? Più di un calciatore ha ammesso di preferire la Premier League o la Bundesliga, riconoscendo il nostro campionato come obsoleto. I club stanno già correndo ai ripari, e nelle ultime due stagioni si riconoscono importanti segnali di cambiamento. Dall'età alla nazionalità.

I giovani, per l'appunto. La linfa nuova di ogni rivoluzione passa da loro. La media d'età della Serie A 2011/12 era di 27,5 anni. Oggi è scesa: con un minimo di 24,6 (del Pescara) e una punta del 29,1 (del Chievo), il massimo campionato vanta un'età media di 25,8 anni: quasi due primavere in meno della stagione scorsa. Tutte le società hanno rimpinguato le rose con prodotti di vivaio (Florenzi, Insigne, Onazi), e la promozione di un club, il Pescara, che ha fatto dei giovani in rosa la sua politica più forte, incentiva ulteriormente il cammino verso una Serie A più verde.

Il secondo parametro più importante è rappresentato dagli stranieri. Si è sempre detto che l'Italia sia troppo esterofila, e che questo abbia “depauperato” il nostro calcio. In verità, nonostante la Nazionale maggiore e l'under-21 stiano scoprendo molti più talenti di quanti visti nel recente passato, gli stranieri in Serie A sono addirittura aumentati: l'anno scorso erano 279, attestandosi al 48,4% degli organici; oggi, con 298 cittadini non italiani, la Serie A ha più stranieri che calciatori del Bel Paese: il 51,4% dei nostri giocatori proviene infatti da un'altra nazione.

Che il dato non tragga in inganno, però. Il fattore più importante nel calcio è probabilmente il gol. Prendete dunque ad esempio la classifica marcatori 2011/12: tra i primi dieci goleador figurano appena tre italiani (Di Natale, Miccoli e Giovinco). La stagione in corso è ancora agli inizi, certo, ma i numeri sono significativi: tra Gilardino, Bianchi, Cassano ed El Shaarawy, sono già quattro gli italiani presenti in classifica. Insomma: le società italiane pensano giovane (finalmente), puntano sugli stranieri (meno conosciuti meglio è), e in attacco confidano più del passato nei gol 'azzurri'. La strada sembra buona. Ma quanti chilometri mancano al traguardo?