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Mercato Napoli, basta alibi: e' tempo di grandi manovre

Dimenticare lo shock di Pechino e pensare a puntellare la squadra: questo il primo obiettivo di Bigon e Mazzarri

MERCATO NAPOLI POST SUPERCOPPA / NAPOLI – E' andata così, adesso però guardiamo avanti e pensiamo alle cose serie. Quanto ci piacerebbe sentire queste parole da tutti, dai tifosi ma soprattutto da calciatori e dirigenti del Napoli, che sono ancora palesemente ancorati allo shock di una Supercoppa scippata da decisioni arbitrali assurde. Perché questo nessuno lo mette in dubbio, il Napoli contro la Juventus è stato penalizzato e non poco: basta riguardare alcuni video-dossier che stanno girando su youtube per ricordarsene. Ma continuare a piangersi addosso sarebbe uno sterile esercizio di autocommiserazione, utile solo a bloccare squadra e società nel momento clou della preparazione e soprattutto del calciomercato.

SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI – Una volta diradata la nuvoletta dell'impiegato che pende sulla testa diMazzarri e dei suoi si può iniziare a guardare la situazione al netto della nebbia e della rabbia. Il Napoli aPechino ha giocato una gran partita, ma dire che ha perso soltanto per colpa dell'arbitro sarebbe riduttivo, e irrispettoso verso la fiducia nel principio dell'autodeterminazione proprio di tutte le grandi squadre. Già, perché è questa è la vera notizia di quel maledetto 11 agosto: gli azzurri hanno dimostrato di poter competere con le big ad occhi chiusi. In realtà lo si era capito anche lo scorso anno, ed è per questo che Mazzarri aveva chiesto alla società un piccolo sforzo per lottare ai massimi livelli. Ecco quindi la ricetta: parlare di meno e ragionare di più, per 15 giorni scoppiettanti che possano garantire al tecnico la miglior competitività.

COSA OCCORRE – La partita di Supercoppa ha messo in luce pregi e difetti della squadra, e ovviamente ci sono ancora degli aspetti da rivedere. In primis la tenuta difensiva, problema atavico già lo scorso anno e che il solo Gamberini – che per giunta è la riserva della riserva – non può aver risolto. A centrocampo le cose sembrano andare meglio, il cambio di modulo e l'innesto di Behrami hanno dato sostanza dove lo scorso anno ce n'era poca. Da sistemare le fasce: che serva un ulteriore esterno non è un mistero, ma forse sarebbe il caso di cercare un titolare piuttosto che un vice-Maggio. Infine, l'attacco. Pandev è in condizione strepitosa, attenti però a non farsi abbagliare dalla luce. Il macedone è sicuramente un campione e il titolare può farlo ad occhi chiusi, ma a livello numerico il Napoli non è ancora in grado di sopperire ai fisiologici cali di forma che ci saranno nel corso della stagione. E' scritto nelle prime pagine del manuale del perfetto allenatore: una regola importante è quella di avere una panchina lunga ma soprattutto competitiva, altrimenti i titolari si rilassano.

FACCIAMO I NOMI – In difesa occorrerebbe un grande nome, qualcuno che possa scalzare il mai troppo convincente Britos. Uno come Bocchetti, giusto per fare un nome. Invece arriverà soltanto qualche altro giovane da svezzare alle spalle dei titolari. Uvini non sarebbe male, forse però sarebbe un doppione diFernandez, non tanto come caratteristiche tecniche quanto come collocazione nella rosa. In mezzo al campo va bene l'intenzione di incastonare un giovane diamante in un reparto già completo, ma solo se va viaGargano. Da risolvere piuttosto l'annoso problema dell'esterno, sperando che Bigon receda dal proposito di risparmiare puntando su una riserva di Maggio. Serve un mancino, e che sia titolare. Sfumato Cissokho, Alvaro Pereira sarebbe l'ideale, ma la presenza del Chelsea nella trattativa potrebbe essere un ostacolo insormontabile. L'unica vera alternativa può essere Armero, per il quale pesa qualche problema caratteriale che tiene Mazzarri un po' sull'attenti. Per finire l'attacco: è una vita che ci vorrebbe un vice-Cavani, l'ideale sarebbe prendere uno che possa anche affiancare il Matador in casi di estrema necessità e mettere pressione agli altri titolari, da Pandev a Insigne a Vargas. Con Floccari cambierebbe completamente il gioco, un po’ meno con Rolando BianchiPazzini invece è più finalizzatore, ma è un grande nome e ora come ora sarebbe un affare. L'importante però è tenere focalizzato l'obiettivo principale: vice non significa sostituto. Il Matador non si tocca, perderlo sarebbe il vero delitto, tale da rendere inutile ogni discussione sul più e sul meno degli ultimi giorni. Perfino quelle su Mazzoleni

 

Redazione

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