EDITORIALE ATTACCANTI ITALIANI / ROMA – Pazzini, Borriello, Matri e Gilardino non sono esclusivamente degli attaccanti che hanno fatto le fortune dello loro attuali e vecchie squadre. Restano infatti degli ex titolari azzurri, un patrimonio presente del calcio italiano perchè la loro carta d'identità non è ancora così antica. In quanti quest'estate abbiamo pensato che con una punta dal senso del gol, Prandelli avrebbe avuto qualche problema in meno? In quanti abbiamo immaginato che al posto di Borini sarebbero stati decisamente più utili Matri o Gilardino?
Il cartello vendesi o meglio svendesi ora li accomuna. Per motivi diversi e storie di ingaggi, sono stati scaricati dalle loro rispettive società, tutte alla ricerca disperata del più giovane Mattia Destro, il nuovo talento indiscusso del nostro calcio.
Il presente però dovrebbe imporre ai club di evitare di ridimensionare così i loro campioni: il Genoa addirittura ha comunicato a Gila di cercarsi una nuova sistemazione dopo solo sei mesi di Liguria e un contratto firmato per 5 anni. Servirebbe (forse) anche un messaggio reiterato da parte della Figc già in crisi esistenziale per i precedenti appelli inascoltati di Prandelli. Gli attaccanti del nostro calcio vanno infatti tutelati anche per affiancare ai giovani più promettenti, punte d'esperienza, con il dna del gol. Se il futuro si chiama Insigne, Borini, Immobile e Gabbiadini oltre chiaramente Mario Balotelli siamo sicuri di esser così coperti in avanti?
Solo qualche mese fa i vari Borriello, Matri, Pazzini e soprattutto Gilardino figurano stabilmente nella lista dei convocati del ct. Eppure la loro maglia azzurra sembra, ora, sbiadita, antica, quasi da collezione.
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