EDITORIALE INTER / ROMA – Via Julio Cesar (classe '79) per Handanovic (classe '84), via Lucio (classe '78 )per Silvestre (classe '84). Ma ancora in rosa Cambiasso (classe '80), Samuel (classe '78), Chivu (classe '80), Javier Zanetti (classe '73) e Diego Milito (classe '79), preferito al più 'verde' Pazzini. Il progetto di ringiovanimento dell'Inter presenta così delle evidenti contraddizioni. I numeri e le idee stridono: uno dei più promettenti difensori del nostra povero panorama come Ranocchia, non è infatti considerato incedibile dal duo Stramaccioni-Moratti (le parole del tecnico romano di qualche giorno fa “Non è sul mercato” hanno il sapore di pretattica).
E' vero, gli obiettivi presenti si chiamano Lucas e Paulinho, ma le firme sono ancora lontane, e il patron nerazzurro ora vuole concentrare le sue energie soprattutto sul richiestissimo Mattia Destro: un altro giocatore di casa cresciuto alla Pinetina scaricato in passato e ora acquistabile solo a 15 mln di euro. Un altro autogol dopo quello compiuto proprio con Davide Santon, un altro con il dna nerazzurro spedito all'estero con troppo facilità. Inevitabile infine i rimpianti per l'addio dell'unico vero talento italiano come Mario Balotelli. Un campione (ri)tesserabile per l'Inter con (soli) 18 mln di euro, ma così i conti nuovamente non tornano. Prima di parlare del progetto giovani, l'Inter dovrebbe fare quindi un passo indietro e uno avanti.
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