EDITORIALE VETERE RADIOMILANINTER / MILANO – Come nei migliori film, quelli irresistibili, di fronte ai quali è impossibile negare un applauso, la Juventus di Antonio Conte fa un capolavoro che sbanca il botteghino della Serie A. Una squadra con un cast 'low cost' (Barzagli, Bonucci, De Ceglie, Padoin, Giaccherini), senza grandi star, che diretto alla perfezione dallo 'Spielberg' leccese, supera per bellezza scenica e velocità del fluire della trama, il super quotato Milan.
Questo in agosto. Già sotto Natale gli juventini tornarono ad avvertire il profumo di panettone e champagne, forti di un primato sin lì mantenuto. Il 'super-straordinario', per dirla alla Conte, sta nell'aver mantenuto quel ritmo, quel dinamismo, rapidità, velocità, freschezza e, soprattutto, quella fame, che invece sono mancate ai principali competitor, Milan su tutte. “Onore ai vinti” però (il copyright appartiene a Conte), perché è vero che Wile Coyote ha sempre faticato a reggere il passo di Bip Bip, ma le fatiche supplementari sulle spalle dei ragazzi di Allegri si sono fatte sentire. Eccome. La miriade di infortuni piovuta a Milanello poi, è un'attenuante o un'aggravante a seconda del punto di vista da cui si guarda: un problema, questo è certo, che lo staff medico tutto, unito a dirigenti e allenatore, dovrà affrontare e snocciolare, per evitare che riaccada in futuro.
In mezzo alla festa juventina e alla delusione rossonera, si sono inserite le confidenze rilasciate da Ibrahimovic a una giornalista svedese, collaboratrice della 'Gazzetta dello Sport'. A riportare la confidenza, è stata la nota collega della rosea stessa, Alessandra Bocci. Un mal di pancia comune nella carriera dello svedese mai presentatosi da quando veste il rossonero. Smentite a parte di Galliani (è il caso di dirlo, sta tornando il mercato!), che per il Milan della prossima stagione esclude la necessità di top players “perché ci sono già Thiago Silva e Ibra”, dando quindi per scontato che lo svedese resti, qualcosa in pentola bolle. Non è detto poi, che un'eventuale partenza dello svedese da Milano sia sinonimo di indebolimento. Guardiamo a quando iniziò il “regno di Guardiola” col Barcellona: via Deco e Ronaldinho in un solo colpo, pilastri della squadra di Rijkaard, e conquista della Champions a maggio. Il mal di pancia di Ibra, se fosse destinato ad acuirsi, avrebbe bisogno di quel Maloox che Roberto Mancini sarebbe ben contento di somministrargli. Ma siamo alle congetture futuribili…
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