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Stelle di mercato ai raggi X: Gilardino riparte dal Genoa

Dopo un periodo difficile con la maglia della Fiorentina l'attaccante ha scelto il 'Grifone'

STELLE DI MERCATO GILARDINO GENOA / ROMA – “Abbiamo convenuto assieme che il suo ciclo qui era finito. Ringrazio vivamente Alberto per quello che ci ha dato”. Con queste parole il d.s. della Fiorentina, Pantaleo Corvino, ha reso ufficiale il trasferimento di Gilardino al Genoa, dopo che l’accordo tra tutte le parti in causa era stato trovato ormai da tempo. Gilardino lascia così Firenze dopo tre anni e mezzo, puntando a riscattare con la maglia dei 'Grifoni' un periodo non certo facile. Alla soglia dei trent’anni il centravanti biellese si rimette in gioco cambiando aria, in cerca di una consacrazione che possa convincere Prandelli a tornare a puntare su di lui, magari in tempo per partecipare a Euro 2012.

Nato il 5 luglio del 1982, data storica per il calcio italiano essendosi disputata quel giorno Italia-Brasile 3-2 del 'Mundial' spagnolo, Gilardino cresce nelle giovanili del Piacenza. L’allora tecnico dei biancorossi Gigi Simoni presto si accorge di lui e lo fa esordire ancora minorenne in Serie A: l’attaccante ripaga la fiducia dell’allenatore andando in rete tre volte nel corso della stagione 1999/2000. Il Piacenza retrocede, ma sul suo talento sono pronti a scommettere in molti, tra cui i dirigenti del Verona che lo convincono a trasferirsi in riva all’Adige per vestire la maglia gialloblù.

Al Bentegodi Gilardino matura ulteriormente sotto la guida di Perotti prima e Malesani poi, e in due stagioni realizza cinque gol dando a sprazzi dimostrazione del suo grande talento che lo porta a diventare presto un punto fermo dell’Under 21. Nel 2002 il Parma lo acquista su suggerimento di Cesare Prandelli: se il primo anno non si dimostra facilissimo per via della concorrenza in attacco di Adriano e Mutu, la stagione successiva è quella della poderosa esplosione del poco più che ventenne attaccante. Con 23 gol in 34 gare (di cui 17 nel solo girone di ritorno in cui si ritrova titolare complice il ritorno di Adriano all’Inter) Gilardino diventa, insieme a Cassano, il giovane più considerato del panorama calcistico italiano, e le polemiche si scatenano quando Trapattoni, allora c.t. azzurro, lo esclude dalla lista per gli Europei che si svolgono in Portogallo nell’estate del 2004. Gilardino si consola trascinando l’Under alla vittoria negli Europei di categoria, laureandosi anche capocannoniere della manifestazione.

Attaccante di area di rigore, Gilardino ha il suo punto forte nella freddezza davanti alla porta: abile sia di testa che di piede, sa farsi quasi sempre trovare al posto giusto al momento giusto. Il Parma riesce a trattenerlo un altro anno, in cui conferma la sua prolificità realizzando altre 23 reti (più una nel vittorioso spareggio salvezza). Nel frattempo Lippi lo fa esordire in Nazionale e attorno a lui si scatena una vera e propria asta vinta dal Milan, che lo acquista per 25 milioni di euro.

Per l’attaccante l’approdo in una grande squadra sembra presagire un definitivo salto di qualità che lo porterà alla definitiva affermazione come top player a livello mondiale. Purtroppo per lui non sarà così: nonostante i 17 gol nel primo campionato a Milano e un buon rendimento a Germania 2006, torneo che lo incorona Campione del Mondo sebbene Lippi non lo schieri in finale contro la Francia, Gilardino non riesce ad imporsi, e nella seconda stagione spesso Ancelotti si dimentica di lui, anche e soprattutto nelle fasi finali della Champions League vinta dal Milan. Il tecnico giustifica le sue scelte affermando in più di un’occasione che il giocatore non ha ancora dimostrato la personalità necessaria per essere protagonista di sfide di livello così alto. L’attaccante sembra risentire di questa scarsa fiducia, e la stagione successiva è una delle peggiori della sua carriera, tanto che Donadoni neppure lo convoca per Euro 2008. Chiede ed ottiene di essere ceduto alla Fiorentina del suo grande estimatore Cesare Prandelli dove si ritrova a sostituire Luca Toni, ceduto al Bayern Monaco.

A Firenze le prime due stagioni sono molto buone: al centro del progetto di un allenatore che crede in lui, Gilardino in Italia e in Europa torna a segnare con grandissima regolarità. Nell’estate del 2010 è però uno dei protagonisti della disfatta azzurra in Sudafrica, mentre sulla panchina della Fiorentina arriva Mihajlovic. La stagione 2010/2011 non è delle più felici per l’attaccante, che riesce a realizzare solo 12 reti ed inizia a manifestare il suo disagio: la Fiorentina sembra essersi ridimensionata e lui inizia a considerare chiuso il suo ciclo in riva all’Arno.

Il resto è storia di questi giorni, con Gilardino che riparte dal Genoa per dare una sterzata ad una carriera che potrebbe apparire in declino dopo un inizio folgorante. Il tempo per smentire i critici c’è tutto, e il Marassi di fede rossoblu, in cui è partita la “seconda” carriera di Diego Milito, è pronto ad accendersi per il suo nuovo bomber.

 

Redazione

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