GATTUSO ANZHI / MILANO – Nel giorno dell'addio di Samuel Eto'o all'Inter per motivazioni che sembrano avere molto a che vedere con la sfera meramente economica della carriera di un calciatore, Gennaro Gattuso parla dell'offerta che i russi fecero a lui qualche mese fa. Lui, l'offerta faraonica dell'Anzhi, l'ha rifiutata. Non rimpiange la sua scelta, perché ponderata a fondo, ma un pizzico di rammarico traspare dalle sue parole: “A Dubai non ci andava nessuno, poi ci sono andato a parlare e Cannavaro si è trasferito lì. A febbraio nessuno parlava dell'Anzhi, poi sono andato in Daghestan, mi hanno offerto un sacco di soldi e ci ho pensato. Ho aperto la strada a Eto'o. Era un'offerta pazzesca, ma non come quella di Eto'o che è mille volte più forte di me ed è giusto che sia più pagato. Galliani mi ha detto: 'Per quello che hai dato e fatto, puoi decidere tranquillamente. Noi vogliamo che tu rimanga, pero' decidi tu perché sono tanti soldi. Questo mi ha fatto scattare la molla e mi ha fatto capire quanto tengono a me. Poi la famiglia non era contenta di trasferirsi là. Inoltre nelle mie attività ho oltre 50 persone che lavorano per me. Mettendo tutto sulla bilancia, ho capito che non era facile lasciare una squadra come il Milan. Preferisco lasciarla quando non servirò più e sarò un peso”.
NAZIONALE E ADDIO AL CALCIO – Gattuso parla anche del passato in Nazionale e del futuro che potrebbe vederlo appendere gli scarpini al chiodo: “In azzurro ho dato tutto e mi ha dato tanto. Era arrivato il momento di dire basta, come fra un paio di anni potrebbe arrivare il momento di dire basta al calcio giocato. Non ci devo pensare, sennò mi mangio le unghie. L'importante è non farsi trovare impreparati, per non soffrire”.
MERCATO MILAN – In questi giorni in cui le trattative accentrano le attenzioni di tutto l'ambiente calcistico, Gattuso mostra tutta la sua preoccupazione per un calcio, quello italiano, che sembra indirizzato a diventare di importanza secondaria: “Prima del Lodo Mondadori, si vedeva comunque che l'Italia non passava un bel momento e quindi le casse della società non potevano fare molto. Abbiamo fatto un mercato molto interessante gli acquisti sono stati annunciati presto a giugno, da Mexes, Taiwo a El Shaarawy. Dopo il Lodo Mondadori abbiamo capito che era difficile arrivare a un grande nome, ma non c'era bisogno, perchè Galliani lo ripete da tempo: il calcio italiano in confronto rispetto a quello di altri Paesi è arretrato”.
A.S.
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