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Derby Inter-Milan, Inzaghi: “Non è decisivo”. E tira dentro la Juve

Domani alle 18 Inter e Milan si sfidano nel secondo e soprattutto decisivo Derby della Madonnina: le parole del tecnico nerazzurro Simone Inzaghi in conferenza stampa

Il campionato di Serie A, finalmente, riprende. Dopo la sosta per le nazionali si torna in campo col botto. Domani sera, dopo Roma-Genoa, alle 18 si giocherà il derby Inter-Milan, seconda stracittadina meneghina della stagione. Ma soprattutto decisiva ai fini della lotta scudetto. Una sfida fondamentale nella corsa per il titolo, con i nerazzurri che possono estromettere definitivamente i rossoneri e piazzare l’ennesimo allungo in attesa del match del Napoli.

Inzaghi

Per la squadra di Simone Inzaghi, inoltre, il derby col Milan inaugura un periodo tremendamente decisivo per tutta la stagione. L’Inter infatti affronterà poi la Roma nei quarti di Coppa Italia, poi il Napoli al ‘Maradona’ per un altro match che può dure moltissimo, forse tutto, sullo scudetto e infine il Liverpool in Champions League. Alla vigilia del derby Inter-Milan, Simone Inzaghi prende la parola nella consueta conferenza stampa: su Calciomercato.it la diretta scritta delle sue dichiarazioni.

Pensa che questo derby, vincendo l’Inter e avendo una partita in meno, potrebbe estromettere definitivamente il Milan dalla corsa scudetto?
Penso di no perché mancano 15 partite e abbiamo visto cosa è successo all’andata, l’abbiamo pareggiato e poi siamo stati bravissimi dopo a recuperare tutto il gap. Sappiamo cosa rappresenta per le due tifoserie, ma con 45 punti disponibili c’è ancora tantissimo.

Che prova di forza deve dare l’Inter domani?
Sappiamo il percorso che abbiamo cominciato in estate, con grandi incognite all’inizio e poi siamo stati bravi a far sì che le cose andassero al meglio. Questo è uno stimolo a non farci abbassare la guardia ma essere ancora più responsabili per questi tre mesi che mancano fino alla fine.

Ti aspettavi un intervento del genere sul mercato a gennaio? Hai una rosa più forte?
Senz’altro. Abbiamo ottimi dirigenti e un grande presidente che è sempre qui con noi anche fisicamente. La società si è fatta trovare pronta, dei calciatori che si fanno trovare pronti. Uno sta cercando di superare una problematica importante, l’altro l’ho allenato per tre anni e c’era questa possibilità con Sensi che voleva giocare con più continuità. Ci siamo fatti trovare pronti e sono contento di quello che è stato fatto.

Avete già scelto l’eventuale rigorista?

Dovrò valutare le condizioni generali, manca l’allenamento di oggi e il risveglio di domani. Abbiamo una lista di rigoristi che conoscete tutti, se capiterà vedremo. Sappiamo che Lautaro è il rigorista principe, poi Calhanoglu, Perisic, Sanchez, tanti che lo possono calciare.

Inter favorita: sarà uno stimolo o un peso?

Ho giocato tanti derby a Roma, quello all’andata qui. Di favoriti non ce ne sono mai, ancora di più in un derby con squadre forti e organizzate. Gli episodi secondo me faranno la differenza e dovremo essere bravi noi a indirizzarli nel modo giusto. In queste partite le motivazioni che ha in sé un gruppo possono fare la differenza.

Come sono cambiate le gerarchie dopo il mercato di gennaio?

La classifica è molto veritiera sull’argomento. È tutto aperto, considero oltre a Milan e Napoli, anche Atalanta e Juventus due squadre molto forti. La Juve in estate era la mia favorita, negli ultimi due mesi ha fatto un grande percorso e un grandissimo mercato di riparazione quindi fino alla Juventus hanno tutti la possibilità di lottare visto che ci sono ancora 45 punti.

Milan più forte ora del Milan affrontato all’andata?
All’andata erano in un ottimo momento, hanno avuto una leggera flessione con tante problematiche a livello di infortuni. Conosco bene Pioli, è molto preparato e dà una grandissima organizzazione alle sue squadre. Da Empoli in poi hanno fatto ottime partite, hanno avuto qualche difficoltà a giocare a ‘San Siro’ che era diventato problematico. Hanno detto che è stato rizollato e sistemato, quindi sarà bellissimo giocare questo derby.

La sua famiglia è molto vicina all’Inter, anche andando nel suo passato da bambino c’è un derby che ricorda particolarmente?
Ce ne sono tanti, non me ne viene uno in particolare. Noi quando eravamo bambini sia io che mio fratello, con mio papà andavamo sempre a vedere il Piacenza, la squadra con cui siamo cresciuti e che abbiamo sempre tifato. Mi ricordo i derby Piacenza-Cremonese, ma Milan e Inter avevamo grandissimi giocatori. Beccalossi, Rummenigge, Altobelli, che io e Filippo guardavamo sempre con grande ammirazione.

Sui sudamericani rientrati da poco e i dubbi sulla formazione: ha deciso tutto?

No, mi tengo l’allenamento di oggi per le ultime valutazioni. Lautaro ieri l’ho visto abbastanza bene ma ha fatto lavoro parziale come Caicedo. Sanchez non l’ho ancora visto ma mi ha assicurato che sta bene e lo ritroverò nel migliore dei modi. Mancano Correa e Gosens, che sta recuperando. Per Correa sono passate due settimane, l’ho visto ieri ed è sereno, per noi è molto importante.

Sul turnover in vista delle tante partite.
Prevedere o pensare prima di affrontare le partite non è semplicissimo. L’ultimo blocco è stato composto da una partita molto intensa con la Lazio ad altissimi ritmi, poi i 120 minuti con la Juve e la partita intensa di Bergamo, avevo bisogno di cambiare più del solito. Ora affrontiamo partita dopo partita, vedremo in base alle singole partite quanto abbiamo speso fisicamente e mentalmente.

Intravedi un po’ di accanimento o disinteresse verso il calcio visto il 50% negli stadi?
Dobbiamo attenerci alle regole che ci dicono di seguire. Ovvio che avrei voluto vedere un derby con 70mila persone, sarebbe stato giusto e meritato per due squadre che stanno facendo un grandissimo cammino. Già col 75% era diversa l’atmosfera all’andata, anche con la Juve al 50% non era la stessa atmosfera e sarà così per questo derby. Siamo fiduciosi che si sistemi tutto a breve, è giusto così per i calciatori, lo spettacolo gli addetti ai lavori.

Quanto è stato importante lavorare con tutti i giocatori in questa sosta?
Sì è stato importante, abbiamo lavorato abbastanza bene anche se avrei voluto lavorare anche con Sanchez, Lautaro e Vecino. Senz’altro rispetto alle altre volte è stata una sosta diversa.

Francesco Iucca

Giornalista pubblicista, dal 2013 inseguo un sogno. Sempre alla ricerca di 'cosa c'è dietro'. Tengo alla lontana quelli che 'Il calcio è solo un gioco', ma Roger Federer è il mio dio. Totalmente dipendente dal calciomercato e dall'adrenalina dell'ultimo giorno. Amo la musica, cantante a tempo perso.

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