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Italia, Gattuso: “Siamo forti, ma non sono un mago. Acerbi non è nei miei piani”

L’Italia riparte da Gennaro Gattuso dopo la separazione da Spalletti: è il giorno della presentazione ufficiale del nuovo Commissario tecnico della Nazionale

È il giorno di Gennaro Gattuso, con l’Italia che cambia volto dopo il divorzio in panchina con Spalletti. La Nazionale riparte da ‘Ringhio’ dopo l’umiliazione in Norvegia e un cammino verso il prossimo Mondiale subito in salita.

Gattuso nuovo Ct dell’Italia – Calciomercato.it

Gattuso è stato ufficializzato la scorsa settimana dalla FIGC e ha firmato un contratto fino alla Coppa del Mondo del 2026 con la selezione azzurra. Questa mattina il tecnico calabrese viene presentato alla stampa: Calciomercato.it segue live la conferenza a Roma di Gennaro Gattuso come nuovo Ct dell’Italia. Accanto a lui il presidente Figc Gravina e il capo-delegazione Buffon.

“Grazie per la fiducia, è un sogno che si avvera, spero di essere all’altezza. Il compito non è facile, ma di facile nella vita non c’è nulla. Sappiamo che c’è tanto da lavorare. C’è poco da dire, c’è da lavorare, da andare in giro e parlare con i giocatori, entrare nella loro testa, trasmettergli cose positive. Sento dire da anni che non c’è talento, non ci sono giocatori, io credo che invece ci sono e bisogna metterli nelle condizioni di farli esprimere al massimo. Non ho altro da dire, speriamo di dimostrare di fare un bel lavoro, l’obiettivo è riportare l’Italia ai Mondiali. Per il nostro calcio e la nostra nazione è fondamentale”.

Di che cosa ha bisogno la Nazionale? “Entusiasmo, voglia, di essere uniti. In questi giorni ho ben chiaro quello che bisogna fare. Bisogna ritrovare l’entusiasmo e non pensare in modo negativo. Chi viene a Coverciano deve venire con entusiasmo, bisogna creare una famiglia che è la cosa più importante. Questa è la priorità, tornare a una mentalità che ci ha sempre contraddistinto in questi anni”.

Nella sua scelta ha prevalso la convinzione o la speranza di tornare ai Mondiali? “La convinzione, abbiamo giocatori importanti. Abbiamo giocatori che fanno parte dei primi dieci al mondo nei rispettivi ruoli. Ma ripeto: squadra, non singoli. La squadra ha valori. Quando mi hanno chiamato non ho esitato un istante. C’è da lavorare e la consapevolezza di poter raggiungere l’obiettivo”.

Cosa manca alla mentalità italiana? “C’è un dato che deve far riflettere: il 68% di giocatori stranieri nel nostro campionato. A livello di giovanili è stato fatto un grandissimo lavoro, ma dopo l’Under 19 i ragazzi si perdono. A Spalato giocavo con 2005, 2006 e 2007. Il cambiamento più importante è questo. Stare due volte fuori dal Mondiale non è semplice, già è pesante questa maglia. Dobbiamo ritrovare entusiasmo, la parola paura non deve esistere, non andiamo da nessuna parte”.

Sulle parole di La Russa. “Non voglio far polemica con La Russa, spero di fargli cambiare idea. Nel 2005 ho vissuto un incubo, per 5-6 mesi sono stato molto male. Dovevo lasciare il Milan, le prestazioni erano sotto i miei standard. Non è stato facile. Spero di fargli cambiare idea e raggiungere l’obiettivo che abbiamo in testa”.

“La figura da calciatore è difficile da cancellare, ma le squadre che ho allenato hanno espresso un buon calcio. Oggi un Gattuso nella mia squadra non lo metterei nella mia squadra, questa è la verità. Ma se si pensa solo a cuore e grinta non si stanno 10 anni a lavorare quasi ogni anno. Ho le mie idee, il calcio è cambiato, bisogna entrare nella testa dei calciatori. Con alcuni devi parlare in un modo, gli esempi avuti in passato sono difficili da portare come esempio. Il calciatore di oggi è diverso, è molto più professionista oggi che ai miei tempi. Ma fanno più fatica a fare gruppo. Ma sono molto più preparati”.

“Ho Bonucci nel mio staff, ho componenti che ho da tanto. Poi Zambro, Prandelli, Simone ci daranno una mano con Viscidi per far crescere la struttura. Per me è un onore. Io col Napoli ho perso la Champions per 1 punti, col Milan lo stesso, all’Hajduk ho letto che ho fatto una stagione disastrosa ma ci siamo giocati lo scudetto fino all’ultima giornata imbottiti di giovani contro la Dinamo che ha vinto 19 titoli su 20 con giocatori fortissimi. Dipende da come vengono scritte le cose. Solo una squadra vince, ma bisogna vedere come uno ha lavorato, se ha fatto crescere la squadra. In questi anni qualcosa di buono ho fatto”.

“A me piace parlare di calcio, svegliarmi la mattina e parlare di calcio. spero di non stressare gli allenatori della Serie A e chi lavora all’estero. Voglio vedere gli allenamenti, le partite, parlare con i giocatori, vedere il campionato italiano. Sarà questa la mia vita, treni, aerei”.

Cosa si è detto con Lippi? “Sapete dove voglio arrivare con CT. E la prima parola è stata questa. Spero di fare quello che ha fatto Marcello, non vincere il Mondiale ma creare l’alchimia che ha creato con lo spogliatoio. Avere quel senso di appartenenza, venire con entusiasmo a Coverciano”.

È un problema generazionale o di identità attuale? “È un problema di generazione, non solo del nostro calcio. Diciamo sempre che i giovani sono cambiati. Dobbiamo essere bravi noi a cambiare, saper interagire con loro nella maniera corretta e giusta. Se pensiamo ai nostri genitori come si comportavano con noi, i tempi sono cambiati. Dobbiamo essere bravi a entrare nella loro testa. Noi dobbiamo andare incontro a loro, non il contrario”.

Il messaggio che l’ha colpito di più? “Tanti. Ho due genitori di una certa età, sentirli emozionare per l’opportunità che mi ha dato la Federazione è un momento di gioia”.

Sul modulo. “Ora abbiamo il nostro campionato con il 60% che giocano a 4, ma non è una questione di moduli. Bisogna mettere i giocatori al posto giusto. Dobbiamo mettere a posto la differenza reti, quindi dobbiamo mettere in campo una squadra a cui piace stare nella metà campo avversaria, che sia in condizione di fare male agli avversari. I moduli lasciano il tempo che trovano, è come vogliamo stare in campo”.

Su chi rifiuta la Nazionale. “Bisogna capire perché rifiutano, non penso che i giocatori rifiutino. La prima cosa che ho chiesto a Buffon e Gravina è che chi viene in Nazionale – anche se ha un problemino – stia a Coverciano. Abbiamo attrezzi, fisioterapisti, abbiamo tutto per gestire i giocatori. Se vogliamo essere credibili e non creare delle scuse o un precedente, chi è convocato in Nazionale. La cosa più importante è stare più giorni possibili insieme. I dolorini ci sono, bisogna stringere i denti, la cosa più importante è stare insieme e non creare precedenti”.

Le prime parole che dirà ai giocatori? “Di creare una famiglia, dirci le robe in faccia. Nei momenti difficoltà in campo ci sono in qualsiasi momento, 90 minuti sono interminabili. Bisogna riuscire a cercare questo, aiutarci e dire le cose che a volte qualcuno non vuole sentire”.

Tra quelli che non ha chiamato Spalletti c’è qualcuno che può tornarle utile? “Io in questi giorni ho chiamato 35 giocatori, ho fatto una chiacchierata con tutti loro. Prima mi hanno fatto la domanda su Chiesa, sono giocatori che sono stati fuori ma posson odare una mano. Bisogna trovare una sistemazione per Chiesa, in modo che giochi con continuità”.

Come si lavorerà per togliere magari un po’ di pressione? “La pressione la porta la maglia azzurra, non andare al Mondiale è un peso per tutti ma dobbiamo reagire. Se ce la mettiamo tutta possiamo uscirne. La partita con la Norvegia è stata difficili, loro andavano 3-4 volte più forte di noi, parecchi giocatori importanti venivano da momenti così e non ha avuto la forza”.

Ripartirà dal lavoro di Spalletti? “Con Spalletti ci siamo sentiti, è un maestro, ha una preparazione incredibile, ogni anno fa cose nuove e c’è grande stima. In questo momento devo vedere quello che vogliamo fare. La professionalità di Luciano è incredibile, ha fatto un lavoro importante con la Nazionale. Cambiamenti non se ne possono fare perché c’è poco tempo, dobbiamo capire cosa fare nell’arco dei 95 minuti”.

Su cosa sarà intransigente? “Se non vedo che vanno a 100 all’ora… Devono far parlare in campo, andare a mille all’ora. Qualcuno l’ho già allenato, sanno che devono andare, se qualcuno ha dei problemi preferisco che resti e salti un allenamento. Poi fuori dal campo in questi anni non do importanza, ognuno decide come comportarsi e non posso fare il sergente di ferro o il poliziotto”.

È un campione di generosità: che lezione di vita dà? “Non devo dare lezoni di vita a nessuno, non sono così importante. La Calabria è una terra incredibile, la mia infanzia è stata bellissima. Chiudevo gli occhi all’inno, sentivo la voce di mamma che mi chiamava dal balcone. Bisogna fare le persone perbene. Si parla sempre di cose negative, speriamo di far parlare”.

“C’è tanto stress, non emozione tanta voglia di riuscire a fare più cose possibili nel modo giusto”.

Ha sentito Acerbi? “Non ho parlato con Acerbi, è un giocatore che sta dando tanto al calcio. Si è parlato tantissimo, ma non è una problematica che ha toccato me. Le mie sono scelte diverse, nulla contro Acerbi che sta ancora dimostrando un valore incredibile. Non l’ho chiamato, ma da parte mia c’è grande rispetto e stima. Ho chiamato giocatori più giovani che penso ci possano dare un qualcosa”.

C’è qualche trucco che darà lei? “Ha detto bene Mourinho, non sono Harry Potter, non faccio magie. Possono promettere solo impegno, di uscire ed entrare nella testa dei giocatori. Non sentire la parola io ma la parola noi. Sugli aspetti tattici dovremo fare meno danni possibili. Sicuramente bisogna entrare nella testa dei giocatori”.

Gravina: “Gattuso sarà l’uomo dei risultati”.

Inizia Gravina: “Gattuso ha le qualità, la determinazione e il desiderio di realizzare qualcosa di grande per l’Azzurro e il nostro paese. La Nazionale italiana ha bisogno di lui, lui ha risposto senza esitazione alla chiamata in azzurro e ha risposto con lo stesso entusiasmo con il quale rispondeva da calciatore. Ma non farei l’errore di ridurre e derubricare questa sua disponibilità, per cui lo ringrazio di cuore, a un semplice entusiasmo perché c’è tanto altro. Innanzitutto un grande spirito di sacrificio, professionalità, preparazione e una cosa che mi ha colpito dal primo momento. Lui ha voluto anteporre il noi all’io, lanciando dei messaggi molto chiari, con un entusiasmo straripante. Mi ha detto subito ‘Pres, nessuno vince da solo’. L’idea della squadra, determinata, convinta, al Mondiale si va solo tutti insieme. L’impegno che abbiamo assunto con Rino è stato far capire che chi ama la Nazionale oggi deve fare un passo in avanti e sostenere questo progetto per il bene dell’azzurro e del nostro sport”.

Gravina, Gattuso e Buffon (LaPresse) – Calciomercato.it

“La scelta di Gattuso è stata condivisa, ringrazio Buffon che si è impegnato in maniera importante per definire questo progetto. Una scelta condivisa per l’uomo, in grado di poter motivare nel miglior modo possibili, ma anche come tecnico perché siamo convinti delle sue qualità tecniche da allenatore. Ci sono testimonianze concrete delle sue qualità e siamo convinti che sarà anche l’uomo dei risultati. La nostra scelta deriva dal fatto che lui conosce molto bene il calcio italiano, conosce la pressione mediatica, avendo vissuto ambienti caldi come Milan e Napoli. Da quando l’ho conosciuto da allenatore del Pisa, ha fatto un grande lavoro con i giovani. La scelta di Rino è importante sotto il profilo tecnico, che non è stata dettata solo dal cuore, ma è una scelta convinta. Abbiamo scelto un allenatore che sa anche cosa significa indossare la maglia azzurra, uno che non ha paura di assumersi responsabilità e ha sempre dimostrato di mettere il gruppo davanti a tutto. Come federazione lo sosterremo, daremo il nostro massimo supporto per aiutarlo a costruire un gruppo coeso, ambizioso. Ha un compito difficile, ma anche affascinante: riportare entusiasmo, identità e risultati. Noi ti affidiamo con orgoglio la guida della nostra Nazionale e ti facciamo un auguri di un buon lavoro”.

“Faccio i complimenti alle nostre nazionali giovanili, grazie a Maurizio Viscidi, le ragazze dell’Under 19 sono al Mondiale, i nostri dell’Uncer 17 sono campioni del mondo, abbiamo vinto il premio Burlaz. Abbiamo pensato di avviare questo progetto con Prandelli, che sarà aiutato e supportato da due ex campioni del mondo come Simone Perrotta e Gianluca Zambrotta che rappresenteranno e caleranno nel nostro calcio l’idea di sviluppare nel miglior modo possibile la capacità tecnica dei nostri vivai. Questo rappresenterà un ulteriore progetto, che viaggerà in maniera autonoma ma parallelo a quello del Ct. Autonomo, parallelo ma di grande interesse e sviluppo per la parte tecnica dei nostri giocatori. Sono convinto che all’interno di questa visione unica con Rino lavorerà Leonardo Bonucci, già nostro tecnico federale, come Andrea Barzagli che sarà importante nel progetto tecnico-innovativo del Club Italia. Questa identità è rappresentata da chi quella maglia azzurra l’ha vestita”.

Sono stati giorni intensi e complicati: che riflessioni ha fatto? “Ho voluto ripercorrere e mettere insieme i frammenti, è venuta fuori una immagine composta, alcune necessità legate a dare delle risposte concrete, immediate, portando dietro una grande amarezza sul piano umano. Quando risolvi un rapporto con una persona straordinaria come Spalletti porti dentro una ferita, una lacerazione. È una persona meravigliosa e straordinaria, c’era da dare una risposta in tempi brevi. Insieme a Gattuso ci siamo confrontati e la sintonia è stata perfetta”.

Su Ranieri. “C’è stata un’idea, massimo rispetto nei rapporti. Prima di sentire Ranieri avevamo già avviato un percorso alternativo e non ci eravamo fatti trovare impreparati. Con Friedkin, proprietario e responsabile della Roma con cui ho un ottimo rapporto anche a livello personale, il rapporto è stato di massimo rispetto. Non c’erano a mio avviso le condizioni per andare oltre, ma è una questione reciproca. Si è andati oltre le condizioni di un contatto, fisiologico all’interno di una scelta”.

 

Francesco Iucca

Romano, giornalista, dal 2013 inseguo un sogno. Inviato e opinionista tra tv, radio e tanto altro. Roma, Lazio, Nazionale, ma senza limiti. Sempre alla ricerca di 'cosa c'è dietro'. Tengo alla larga quelli che 'Il calcio è solo un gioco'. Amo il tennis, Roger Federer e la musica. Cantante e pianista a tempo perso.

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