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Italia, Scamacca: “Voglio restare nella storia. Spalletti mi ha mandato dallo psicologo”

Gianluca Scamacca interviene in conferenza stampa a due giorni dall’esordio a Euro 2024 contro l’Albania

DA ISERLOHN – Dopo Buffon e Di Lorenzo, oggi tocca a Gianluca Scamacca presentarsi in conferenza stampa a due giorni dalla partita già fondamentale contro l’Albania. L’attaccante dell’Atalanta è forse l’uomo più atteso in questo momento dopo il grande finale di stagione con la conquista dell’Europa League.

Scamacca (LaPresse) – calciomercato.it

Sarà lui a guidare il reparto avanzato degli Azzurri in un match che può essere decisivo per il passaggio del turno, con Croazia e Spagna favorite per i primi due posti. Alle 13.30 le parole di Scamacca in diretta su Calciomercato.it:

La Nazionale per Buffon è sottostimata, senti di esserlo stato anche tu? “Penso che sicuramente siamo un gruppo giovane, è iniziato un nuovo ciclo, ci è voluto un po’ di tempo per tirare fuori la nostra forza e siamo pronti ora. La nostra forza uscirà proprio in questo Europeo. Io sto bene, spero di aiutare al meglio la squadra e arrivare il più lontano possibile”.

L’Italia ha avuto tanti numeri 9, ne hai uno di riferimento che vorresti emulare? “Io vorrei emulare il gruppo del 2020 e del 2006 che hanno vinto, hanno lasciato un segno nella storia e vorrei rimanere nella storia della Nazionale”.

Sull’Albania. “Sarà una partita difficile, tutte lo sono, le squadre che sono qui meritano di esserci, dovremo concentrarci su noi stessi e dare il meglio in campo”.

Senti di essere l’uomo che può dare qualcosa i più? “È un momento importante per la mia carriera, spero di portare positività, e qualche gol”.

Vuoi rivolgere un pensiero a Gasperini e quanto ritieni che abbia inciso nella tua maturazione? “Se sono qui è tanto merito suo, mi ha aiutato in quest’anno importantissimo per me e ha toccato le corde giuste per farmi fare il ‘clic’.

Si sente un po’ pigro? “Boh, non lo so, già che sono venuto qui. Non mi sento pigro. Spalletti vuole dire tante cose dietro questa singola parola. Mi ha spronato, stimolato, va bene così. Io personalmente però non mi sento pigro”.

Quale è il momento che c’è stato il clic e hai capito che potevi essere il centravanti della Nazionale? “Negli Stati Uniti no, era impensabile perché non c’ero. Sono uno dei centravanti dell’Italia, sono contento di essere qui e vivere questa bellissima esperienza”.

Che consapevolezza ti ha dato vincere una coppa europea? La pressione? “L’anno scorso non è andata bene perché mi sono rotto il menisco, questo è stato un anno magnifico, vincendo una coppa che l’Atalanta non aveva mai vinto, è stato bellissimo. La pressione ce l’hanno i giocatori forti, se è così preferisco averla tutti i giorni, è bello averla e avere gli occhi addosso”.

Ti manca un po’ di cattiveria? “Boh, questa frase la sento spesso ma io cerco solo di essere utile alla squadra, poi ogni partita è diversa, hai più o meno spazi. La cosa importante è vincere. Gol o assist conta poco, conta il risultato”.

Ha fatto bene Spalletti a non portarti in America? “Sì ha fatto benissimo, non meritavo quella chiamata”.

Come immagina l’esordio? “Lo imagino e lo sogno vincente, partendo col piede giusto e con una vittoria”.

Come sono gli allenamenti con Djimsiti? “È un buon difensore, è tosto, è fisico, ha qualità”.

Giocare in questa Italia ti aiuta? “In Nazionale e con l’Atalanta sono due tipi di gioco diversi, ma mi trovo bene in entrambi. Sono idee comunque offensive”.

L’amico Frattesi, un 10 romanista come Pellegrini, più altri romanisti come Mancini, Cristante ed El Shaarawy. Che effetto fa? “In Nazionale ci sono tutti, juventini, interisti, romanisti, milanisti, poi io gioco all’Atalanta, non alla Roma, con chi gioco gioco basta che portino entusiasmo, voglia e soprattutto risultato”.

Cosa è successo nella tua vita negli ultimi tre mesi? “Ho avuto un po’ di infortuni a inizio anno, non so se i giornali lo scrivevano. Se non stai bene, come fai a giocare con Gasperini e giocare in generale? Sono stato meglio, ho avuto continuità è andata come è andata. Semplicemente questo”.

La non convocazione di Spalletti è servita? “È servita sì, assolutamente, mi ha mandato dallo psicologo (ride, ndr). Ho fatto 6 gol e 3 assist appena rientrato, poi ne ho fatti ancora di più, è quella cattiveria che dicono che non c’è”.

Cosa ti ha detto Totti a Coverciano? “Mi ha detto che sono più grosso dal vivo”.

Francesco Iucca

Romano, giornalista, dal 2013 inseguo un sogno. Inviato e opinionista tra tv, radio e tanto altro. Roma, Lazio, Nazionale, ma senza limiti. Sempre alla ricerca di 'cosa c'è dietro'. Tengo alla larga quelli che 'Il calcio è solo un gioco'. Amo il tennis, Roger Federer e la musica. Cantante e pianista a tempo perso.

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