Brutto episodio, se confermato, negli Stati Uniti per un caso di razzismo nell’ultima giornata di partite: c’è l’accusa e l’immediata replica
Continua il Mondiale per Club negli USA, con i primi verdetti già andati in archivio come la qualificazione del Flamengo, ma non solo. Anche Juventus e Manchester City ieri hanno raggiunto il passaggio aritmetico agli ottavi di finale e lo scontro diretto deciderà chi ci andrà da prima del girone. In grande equilibrio gli altri gruppi, compreso quello dell’Inter che dovrà vincere con il River Plate per essere sicura della qualificazione. Ma lo stesso servirà agli argentini. E poi il Boca con un piede fuori che ha bisogno di un miracolo, in particolare di una goleada.
Qualche difficoltà la sta incontrando il Real Madrid di Xabi Alonso, che all’esordio ha pareggiato contro l’Al Hilal di Simone Inzaghi, ma con la vittoria col Pachuca per 3-1 è balzato solitario in testa al girone sfruttando lo 0-0 tra gli arabi e il Salisburgo. I Blancos stanno evidenziando ancora qualche vecchio problema, ma chiaramente è solo l’inizio di un nuovo ciclo. Tra gli episodi da evidenziare del match tra il Real e i messicani, però, ce n’è stato sicuramente uno che esula dagli aspetti tecnici e tocca un tema delicatissimo come quello del razzismo. Purtroppo all’interno dello stesso rettangolo di gioco. Secondo ‘Cadena SER’, Rudiger avrebbe denunciato di aver ricevuto un insulto razzista da parte di Gustavo Cabral, difensore del Pachuca. ‘Neg.o de mie..a’ sarebbe la frase incriminata rivolta al tedesco nel corso della partita.
Lo stesso Rudiger avrebbe riferito immediatamente all’arbitro l’accaduto. Nel postgara lo stesso Xabi Alonso ha voluto prendere subito posizione: “Toni ci ha raccontato cosa è successo, gli crediamo e lo sosteniamo. Vedremo cosa accadrà. Credo che il protocollo FIFA sia stato attivato e che sia stata aperta un’indagine. Se confermato, devono essere prese tutte le misure necessarie, perché questo è inaccettabile. Nel calcio non c’è tolleranza per certi comportamenti”. Verosimile quindi che sia stata, o comunque sarà, aperta un’indagine da parte della commissione Fifa.
A tal proposito lo stesso Cabral, 39enne con un passato anche in Spagna tra Levante e Celta Vigo, ha chiarito da subito la sua posizione: “Non c’è stato niente di razzista. Ho detto ‘cagón de mi..da’ (in italiano ‘codardo di m…’), come si usa in Argentina. Solo questo. C’è stato un duello in campo, ho preso un calcio, lui ha detto che l’ho colpito con la mano, abbiamo discusso, ma nulla di più. Ho ripetuto la stessa cosa: ‘cagón de mi..da’. Non c’era nessuna intenzione cattiva. Dopo mi ha detto ‘Ci vediamo fuori’, faceva gesti di sfida. Abbiamo discusso nel tunnel, ma basta così. I nostri compagni erano lì accanto”.
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