Pagellone Scudetto Napoli: McTominay top, Di Lorenzo come Maradona, Conte decisivo
I voti alla stagione del Napoli, dal condottiero Conte alla star McTominay: una sola insufficienza
Il Napoli vince il suo quarto Scudetto, il secondo nel giro di due anni. Dal baratro sfiorato con il decimo posto e senza coppe europee, fino all’ascesa al primo posto in classifica. Aurelio De Laurentiis compie i suoi 76 anni con il sorriso e con un trionfo epocale. La decisione di puntare su Antonio Conte paga.
Matteo Politano (LaPresse) Calciomercato.it
Il club azzurro ritorna fortemente protagonista in Italia e lancia un monito a tutte le altre. Forse per la prima volta, dopo il dominio delle solite tre (Juventus, Milan e Inter) c’è una vera realtà che può scrivere pagini importanti anche all’estero. E questa realtà è del Sud.
Il Pagellone del Napoli 2024-25
Giovanni Di Lorenzo (LaPresse) Calciomercato.it
Meret 7,5 – Non è stato inserito tra i migliori portieri del campionato, ma mette le mani sullo Scudetto con una serie di prestazioni convincenti. Errori quasi zero, tante parate importanti.
Scuffet 6,5 – Gioca una sola partita con la maglia del Napoli, ma è di fondamentale importanza: nella trasferta a Bologna compie anche una parata decisiva.
Di Lorenzo 7 – Segna il primo gol del Napoli in campionato e gioca una stagione solida. Torna a ottimi livelli, specialmente nel girone d’andata. Passa dai fischi alla gloria eterna: solo lui e Maradona hanno vinto due Scudetti al Napoli con la fascia da capitano al braccio.
Rrahmani 7,5 – Ha giocato sempre, offrendo costanza alle prestazioni. Tra i più sottovalutati della rosa di Conte.
Buongiorno 6,5 – Entra subito nel cuore dei tifosi azzurri. Con lui il Napoli è quasi impenetrabile. Si vede la differenza quando non c’è. Peccato che per tutto il girone di ritorno ha patito infortuni e ricadute.
Juan Jesus 6,5 – Era nella lista dei cedibili nella scorsa estate, poi si è ritagliato uno spazio importante per l’infortunio di Buongiorno. Forse solo Conte aveva fiducia in lui e ha ripagato con buone prestazioni.
Olivera 7 – Tra i calciatori più cresciuti sotto la gestione Antonio Conte. Ha addirittura ricoperto il ruolo da centrale, ma con qualche sbavatura. Molto meglio da terzino.
Mazzocchi 6 – Costretto a fare gli straordinari in ruoli non propriamente suoi in casi di emergenza. Leader soprattutto fuori dal campo. Ha dovuto lottare anche contro gli scettici. Giocando solo il campionato, è stato utilizzato poco. Forse con doppio impegno, avrebbe potuto rendere di più.
Spinazzola 6,5 – A gennaio aveva le valige pronte, la Fiorentina era sulle sue tracce. Proprio a Firenze viene provato ala sinistra e offre buone risposte. Nel finale di stagione diventa titolare. Prestazioni positive che hanno convinto il Napoli a puntare su di lui anche per la prossima stagione.
Rafa Marin s.v – Ha giocato troppo poco per essere giudicato.
Lobotka 7,5 – Gioca una prima parte di stagione eccellente, senza sbavature. E quando è assente per infortunio si sente la sua mancanza. Il regista che tutti conoscevamo e che Conte ha voluto fortemente trattenere in estate.
Anguissa 8 – Con Conte è diventato anche goleador. Anguissa torna ai livelli dello Scudetto di Spalletti. Ora il suo futuro è incerto, ma lascerà ricordi indelebili nel cuore dei napoletani.
McTominay 9 – La star di questo campionato. Centrocampista totale. Qualcuno aveva dubitato che 30 milioni per lui fossero troppi. Ma in realtà, il Napoli ha fatto il vero colpo dell’estate scorsa e del futuro. In Scozia, Napoli non è più solamente una città italiana: è un riferimento anche turistico.
Gilmour 6,5 – Non era facile prendere il posto di Lobotka. Ha voluto fortemente la maglia azzurra in estate, è stato accontentato e ha ripagato la fiducia. Una buona stagione, con le coppe avrebbe giocato decisamente di più. Il prossimo anno sarà chiamato ad uno sforzo maggiore. Insieme a Lobotka, nel ruolo di doppio play, più incisivo.
Billing 6 – Decisivo contro l’Inter, resterà nella storia. Ma non è al livello dei suoi compagni di squadra.
David Neres 6,5 – Da vice Kvara rompe le righe e diventa arma in più. Dopo l’infortunio fatica a rientrare al top. Investimento interessante, già idolo indiscusso dei tifosi per il suo atteggiamento e stile, in campo e fuori.
Okafor s.v. – Ha giocato pochissimo, poi è stato letteralmente bocciato da Conte. Scelta inspiegabile da parte del club nel scegliere Okafor come sostituto di Kvaratskhelia
Lukaku 8 – Doppia doppia raggiunta tra gol e assist e smacco agli scettici. Ha fatto molto meglio della sua esperienza a Roma. È mancato in qualche partita, ma nei big match si è fatto sempre sentire. Sullo Scudetto c’è la sua firma. Simeone 6- – Nella valutazione pesano anche alcune occasioni sprecate, come contro la Fiorentina in casa in contropiede o contro il Venezia, su cross di Okafor, nel finale di partita. Ha faticato tantissimo a trovare minuti e continuità. Al Napoli esperienza ormai arrivata al capolinea. Ma resterà nel cuore dei napoletani, specialmente per quanto offerto nell’anno del terzo Scudetto
Raspadori 7 – Solita incognita da 3 anni a questa parte: dove gioca? Con Conte si definisce il rebus. E’ una seconda punta e lo dimostra nel girone di ritorno con gol e assist pesantissimi.
Ngonge 5,5 – Tanti spezzoni di gara, ma mai incisivo. L’unica vera nota stonata della stagione azzurra. Non è colpa sua. Il livello è troppo alto. Politano 7 – Un sette pieno per abnegazione e professionalità. Segna poco, ma con Di Lorenzo crea una catena di destra solida. Antonio Conte 9 – Ha preso una squadra che ha chiuso un campionato al decimo posto e la porta a vincere lo Scudetto. Trasmette al gruppo una cattiveria mai vista nel Napoli, dà nuova verve ed è decisivo nel trattenere Lobotka, Di Lorenzo e soprattutto è stato fondamentale negli acquisti di Buongiorno, McTominay e Lukaku. La spina dorsale del Napoli di domani.
Leonardo Zullo
Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista e telecronista di calcio (maschile e femminile), calcio a 5 e calcio a 8. Appassionato di ogni tipo di sport, dall’atletica al nuoto, con un particolare debole per il mondo del pallone nonostante gli 8 anni di basket. L’NBA ha perso un talento. Dedizione e divertimento le chiavi del successo.