Alla vigilia della finalissima contro Conceicao, il tecnico e il capitano rossoblù intervengono in conferenza stampa
Ci siamo. Il Bologna vuole scrivere la storia nella capitale, dopo le emozioni dell’incontro con Mattarella in Quirinale, non leggerla. Tanto per citare Antonio Conte, insomma. L’emozione rossoblù è alle stelle, come testimoniano i volti e le parole di Vincenzo Italiano e Lorenzo De Silvestri.
Ad aprire la conferenza stampa il tecnico rossoblù: “La viviamo con grande entusiasmo, questo ci ha portato in coppa, con il Dall’Ara gremito in semifinale, con tutta questa gente che si muoverà all’Olimpico per una grande partita. Dopo 51 anni il Bologna disputa un’altra partita così importante, che vale un trofeo del genere, domani tutti insieme cercheremo di fare un altro passo verso la storia. Sapendo di affrontare dei campioni, ma vogliamo giocarci le nostre chances. Dobbiamo stare attenti alle qualità del nostro avversario, ma abbiamo tutta la voglia di giocare questa partita”.
Questa squadra può aprire un ciclo? Se la sente di fare un fioretto se la dovesse portare a casa? “Il Bologna sta dimostrando grande crescita negli ultimi anni, con Mihajlovic, il percorso dello scorso anno, la Champions, ora la finale di Coppa Italia. Da quando è arrivato Saputo il Bologna sta lavorando bene, sta migliorando anno dopo anno, il presidente è ambizioso e così chi sta intorno a lui. Io avevo smesso con i fioretti, ma se dovessimo fare questo miracolo voglio pensarci dopo. Magari organizziamo qualcosa con i ragazzi, ma ne riparleremo dopo. Vediamo cosa possiamo fare per mettere in difficoltà il Milan, ma a testa alta perché siamo qui in finale. Il grande passo l’abbiamo fatto, ora vogliamo dare gioia a questa gente”.
Come prepara la partita contro una squadra così abituata a certe pressioni? “Loro già quest’anno hanno alzato trofei, il Bologna non lo alza da tantissimi anni ma ogni partita riparte da zero, con una storia diversa, lasciando perdere venerdì, dove siamo stati all’altezza staccando la spina per qualche minuto. Riproporremo dei giocatori diversi, dovremo giocare con spensieratezza senza rimorsi. Devi giocare al massimo, la qualità deve regnare, quella ti fa vincere la partita. Abbiamo battuto su questi concetti”.
Hai chiesto di invertire il trend sulle tue ultime finali ai ragazzi? “Arrivare in finale è un grande merito, ci arrivi con un percorso, anche per stupire. Abbiamo fatto qualcosa di superlativo. Arrivarci è già una grande soddisfazione Sono a 3 pari di finali vinte e perse, domani se i miei uomini capeggiati dal nostro capitano mi faranno questo regalo sarò ben contento. Ma già è bello. Vedo gli sguardi dei ragazzi, come parlano, lo striscione, è bello dare gioia a questa gente. Questa è una vittoria, domani cercheremo di farlo in tutti i modi”.
Cosa si è preoccupato di allenare? Ha parlato agli uomini o ai giocatori? “Voi mi chiedevate se affrontare il Milan nel doppio confronto poteva essere positivo. Si riparte da zero, dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato e dove abbiamo fatto bene in quei 70 minuti per ripartire. Ogni volta che abbiamo sbagliato abbiamo avuto la capacità di reagire. E sono convinto che domani la percezione del pericolo, la capacità di sacrificarsi, non c’è bisogno dell’allenatore. Ho detto ‘se io dovessi restare a casa domani voi cosa fareste? Dareste il massimo’. Negli ultimi anni i ragazzi sono cresciuti anno dopo anno e settimana dopo settimana. Ci dobbiamo giocare la finale con grande spensieratezza”.
Sul discorso davanti al presidente Mattarella: ci ha sorpresi. “Da quando sono arrivato è stato un susseguirsi di emozioni, siamo partiti con delle difficoltà, poi il nostro modo di stare insieme e ragionare è cambiato. Una coesione così non l’avevo mai vista, chi gioca fa bene e chi entra ancora meglio. Sono state parole dettate dal cuore. Le emozioni vissute quest’anno mi hanno spinto a dimostrare quello che sarà domani per tutta Bologna. Si è parlato di comunità, i nonni hanno visto alzare i trofei, i miei coetanei no e domani tutti insieme vivranno una festa. Mi auguro sia uno spettacolo bello per tutti e che vinca alla fine il migliore”.
La storia può essere la vostra arma in più o può essere un peso da portare eccessivo? “Nella preparazione alla gara bisogna concentrarsi. Devi giocare nel migliore dei modi, devi essere cinico e concreto, poi magari ti dimentichi un po’ dal fischio iniziale di tutto il contorno. Affrontiamo una squadra più forte”.
C’è il pensiero di rischiare chi non è al 100%. Castro o Dallinga? “Il problema di Castro è che il dolore al piede è passato ma non gioca 90 minuti dalla Lazio, due mesi. Fa solo allenamenti, alcuni anche a parte e non so che autonomia avrebbe se dovesse partire dall’inizio, so quale avrà se dovesse entrare. Per lui è solo una questione di minutaggio, dobbiamo pensarci bene. Poi abbiamo anche altre situazioni dove rientrano Holm, Ndoye, Odgaard che abbiamo tenuto in condizione. Essendo una partita importantissima devono andare in campo quelli che ti permettono di dare il 100%”.
Domani quasi 30mila tifosi del Bologna: vi fa venire la pelle d’oca? “Siamo riusciti a regalare a una città intera una finale, quello che si vive in città è inspiegabile, bandiere e striscioni a Casteldebole, si percepisce che c’è grande attesa. Dobbiamo essere animali rossoblù affamati di vincere, mi dispiace che non possono entrare in campo anche loto ma cercheremo di scrivere una pagina di storia della società”.
“Questo gruppo sta bene insieme. Per me che sono tanti anni in Serie A, è un modo unico, tra spensieratezza e tutto il resto. Abbiamo iniziato questa stagione affrontando le partite così e dobbiamo affrontarle alla stessa maniera. Ci vuole un’attenzione più che massima, con quella spensieratezza, è stato bravo il mister a coinvolgere tutti. Tutti abbiamo messo questo mattoncino. Bello affrrontare anche così le partite”.
Domani servirà una sera dei miracoli o una sera da Bologna? “Questo Bologna ha battuto tanti record quest’anno. Quando il Bologna ha la rosa al completo con tutti gli effettivi concentrati e coinvolti, anche quelli che stanno fuori, il Bologna gioca per vincere. La Champions ci ha aiutato a capire che dobbiamo alzare tutte le nostre caratteristiche. L’abbiamo portato in finale alla nostra maniera e vogliamo affrontarlo così”.
C’è stato un momento che è stato particolarmente bello e da ricordare in stagione? “Io ricordo la partita di Bergamo contro l’Atalanta, vincere senza prendere gol, è stata una partita tosta, è stato bellissimo vincere quella partita, ma ce ne sono state tante. A livello personale, faccio 37 anni il 23 maggio anche se non me li sento, le apprezzo determinate cose, la vivo con più coscienza. Ma mi sento comunque la persona più esperta con i ragazzi. Ma so che tutti sono super professionali”.
CM.IT – Quanto Mihajlovic c’è nel vostro pensiero di dedicargli un trofeo: tu avevi detto che questo Bologna è nato da lui. “La situazione con lui ci ha fatto crescere tantissimo, è umano. Ancora faccio fatica a parlare al passato, avevo un rapporto con lui incredibile, e la squadra è cresciuta tantissimo. Adesso quel fattore umano lo porti anche in campo, siamo giocatori molto forti con un allenatore molto forte che ci ha permesso di avere, sennò sembra tutto facile, la possibilità di poter raggiungere 68 punti con 8 partite in Champions e una finale di Coppa Italia. È un merito grandissimo. Sinisa in questo ci ha aiutato a essere uomini forti e questo ce lo porteremo dietro anche domani”.
Che effetto fa giocare nella città in cui sei nato con la maglia della città che ti ha adottato? “Dopo 5 stagioni, sono arrivato anche in età matura, la sento come seconda città, io e mia moglie ci troviamo bene, abbiamo il petto gonfio di portare 30mila bolognesi. Saranno particolarmente orgogliosi di noi”.
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