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Nuova rivoluzione nel calcio, l’annuncio: “Sette sostituzioni”

Si va verso un nuovo cambiamento epocale nel calcio: potremmo presto vedere ben sette sostituzioni nelle partite

Il mondo del calcio, nel corso della storia, ha avuto una costante evoluzione e modifiche sostanziali che hanno cambiato radicalmente il gioco più amato così come lo conoscevamo. Tra le innovazioni più recenti e significative, quella delle cinque sostituzioni. Un numero impensabile soltanto fino a qualche anno fa. Ma che a sorpresa potrebbe già non essere più sufficiente.

Sostituzione (fonte: © LaPresse) – Calciomercato.it

 

La riflessione è ormai in corso, considerando come, in questo inizio di stagione, ci siano stati davvero tanti infortuni di una considerevole gravità, come quelli ai vari Bremer, Zapata, Carvajal, Carboni e non soltanto loro. Infortuni traumatici, è vero, ma che hanno alle spalle una ragione ben precisa. Il dottor Piero Volpi, storico medico sociale dell’Inter, ha le idee piuttosto chiare in merito e lo ha spiegato a ‘Radio Anch’io Sport’, su ‘Radio Uno’. “Si fa fatica a ridurre gli infortuni articolari oltre a quelli muscolari, è un problema che c’è da anni – ha affermato – Si infortunano quelli che giocano sempre, ma anche quelli che giocano di meno, non si riesce a distribuire bene lo sforzo. Le cinque sostituzioni introdotte in periodo Covid sono state sicuramente preziose per la salute degli atleti. Penso che in futuro si possa anche aumentarle a sei o sette“.

Troppi infortuni, non solo i cambi: la strategia del dottor Volpi

L’aumento del numero dei cambi, secondo Volpi, non è la sola strategia da attuare, per far sì che ci sia maggior distribuzione dell’impiego in campo tra tutti i giocatori delle rose o comunque tra la maggior parte di loro. Ci sono anche altre modifiche assolutamente necessarie per evitare che il numero dei problemi fisici di grave entità aumenti in maniera incontrollabile.

Infortunio (fonte: © LaPresse) – Calciomercato.it

 

Servirebbero meno partite e una costruzione dei calendari che tenga conto di parametri differenti. “Bisogna ridurre le squadre nei campionati nazionali – ha aggiunto Volpi alla sua argomentazione – C’è troppo poco tempo tra una partita e l’altra per allenare la giusta resistenza. I calendari, nella loro strutturazione, dovrebbero ascoltare anche il parere dei medici sportivi. E cedere i giocatori alle nazionali più volte tra settembre, ottobre e novembre non aiuta. Si cambiano allenamenti, ritmi, alimentazione, questo favorisce gli infortuni”.

Nicola Lo Conte

Classe 1985, giornalista professionista dal 2016, da sempre appassionato di scrittura più di qualsiasi altra cosa al mondo. Volevo che raccontare il mondo diventasse la mia vita, ci sono riuscito.

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