Igli Tare torna a parlare del proprio futuro, dopo i 18 anni passati alla Lazio: “Non c’è solo la Serie A, tutto può accadere in un attimo”
Napoli e Lazio hanno diverse cose in comune: entrambe sono reduci da una grande stagione, che ha portato ad uno storico scudetto i partenopei e ad un prezioso secondo posto ai capitolini. Quest’anno, poi, entrambe le società stanno facendo fatica a ripetersi ad alti livelli, anche se hanno conquistato la qualificazione al prossimo turno di Champions League. Ma ad accomunare i due club c’è anche l’addio dei rispettivi direttori sportivi in estate.
È proprio vero che ti accorgi veramente dell’importanza di qualcosa o qualcuno quando non ce l’hai più. Lo sa bene anche Claudio Lotito, che da quando Igli Tare non c’è più non trova una figura forte a cui appoggiarsi in dirigenza. Nella giornata di oggi, il ds albanese è tornato a parlare con una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera sia dell’addio alla Lazio sia del suo futuro.
Nel corso dell’intervista Igli Tare ha raccontato come sta passando questi mesi senza squadra: “Viaggio molto, studio e mi aggiorno, altrimenti rischi di rimanere indietro e non capire più il mondo del calcio”.
Il direttore sportivo, poi, ha risposto anche sulla possibilità di tornare in Serie A con il Napoli: “Non ho sentito nessuno, dunque la mia risposta è no. Poi nel calcio può accadere tutto in un attimo”. Riguardo a quello che sta cercando, è molto chiaro: “Centrano le offerte economiche, ovvio, ma anche i progetti di un club. Aspetto l’offerta giusta”. E un’esperienza all’estero non è da escludere: “L’Italia è casa mia, ma non c’è solo la Serie A e mi tengo aggiornato. Davanti ad un progetto interessante potrei lavorare anche all’estero”.
Infine, i 18 anni passati alla Lazio non si possono cancellare e Tare spiega i motivi della separazione dal club capitolino: “Era arrivato il momento di lasciarsi in modo civile, senza strappi”. E uno degli allenatori a cui è più legato, ora, guida la classifica con l’Inter: “Simone Inzaghi era un predestinato, tutto il giorno a studiare calcio. Era normale che si migliorasse. Lo ha fatto con umiltà e impegno e ora è un tecnico completo”.
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