Lo sfogo di Cobolli Gigli dopo le ultime rivelazioni sui fatti di Calciopoli
A distanza di 17 anni, il termine Calciopoli non è ancora passato di moda sui vocabolari del calcio italiano. A riportare in auge la famosa inchiesta che portò alla retrocessione della Juventus, è stato l’ultimo servizio realizzato con cui Report ha diffuso documenti sino a pochi giorni fa inediti.
Un periodo che Giovanni Cobolli Gigli ha subito direttamente sulla sua pelle, come ricordato nell’intervista concessa aa tvplay.it: “Sono tifoso della Juve, c’era bisogno di me e ho cercato di fare il massimo in quel momento, ma non era semplice. Certo a distanza di anni, venire a sapere che c’erano delle intercettazioni di altre squadre e sapere che Guido Rossi, all’epoca commissario della Figc, non sapesse che poteva esserci anche l‘Inter di mezzo e assegnare lo scudetto a loro, non è bello per niente”.
L’ex dirigente bianconero ha riportato alla luce alcuni retroscena di quella estate turbolenta: “So solo io quello che ho passato in quel periodo, per miracolo non siamo andati in serie C, c’è mancato poco, poi magari e sicuramente si risaliva. Ricordo una mattina, andai al Coni c’era presidente Petrucci, una brava persona che giudicava le cose in modo giusto e corretto, con lui a questo incontro c’era anche il commissario Rossi e a loro dissi: rimetteteci in Serie A con una penalizzazione forte, ma non hanno voluto rimetterla. Rossi diceva che non si poteva fare, ma ora si ridimensiona tutto e fa ancora più rabbia se ripenso a quel periodo. E tutto fa ancora più male”.
Prima di tornare sul famoso scudetto assegnato all’Inter, Cobolli Gigli ha parlato anche di Moggi e del famoso intervento nell’assemblea degli azionisti dello scorso dicembre: “Moggi è andato in assemblea, ancora non ho capito come è entrato, ma ha lasciato un cofanetto di raso con la famosa chiavetta e io l’ho trovata una cafonata”.
Infine, l’appello lanciato alla Federcalcio contro il club nerazzurro: “Sentire che su 125mila intercettazioni la Juventus è coinvolta in modo irrisorio, è un tema che l’opinione pubblica dovrebbe trattare, ma qui in questo Paese preferiamo salvare l’orso e ammazzare la Juve sempre e comunque. Si crea un odio popolare, si dovrebbe fare qualcosa come una revisione da parte della Figc o togliere quello scudetto all’Inter, ma non frega niente a nessuno e non è giusto. Intendiamoci, non sto dicendo che alla Juventus ci fossero persone che andassero a messa e facessero la comunione, ma da qui ad essere il male assoluto ce ne passa”.
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