Il centrocampista brasiliano in forza all’Atalanta, Ederson, ha rilasciato un’intervista parlando di varie tematiche: svelato un retroscena
Sbarcato in Italia per vestire la maglia della Salernitana, è ora diventato un punto fermo dell’Atalanta targata mister Gian Piero Gasperini. Stiamo parlando di Ederson José dos Santos Lourenço da Silva, noto più semplicemente come Ederson.
Il centrocampista di proprietà della ‘Dea’ fu l’ennesima intuizione vincente di Walter Sabatini, un dirigente che ha fatto la fortuna di molti club e ha contribuito fortemente a realizzare il miracolo salvezza dei granata nella passata stagione. L’ex Roma acquistò il talento classe ’99, poi divenuto uno dei protagonisti assoluti della fantastica cavalcata della Salernitana, dal Corinthians. Abbiamo a che fare con una pedina davvero niente male, non a caso la scorsa estate anche l’Inter pensò seriamente di appropriarsi del suo cartellino. La richiesta del patron Danilo Iervolino, però, era troppo elevata, di conseguenza i nerazzurri dovettero abbandonare la pista in questione. Al contrario della ‘Dea’, che invece godeva di una disponibilità economica maggiore in quel momento e ne ha approfittato. Operazione abbastanza onerosa: 15 milioni di euro di parte cash e il cartellino di Lovato (più di 20 milioni in totale). Insomma, non è stato affatto semplice assicurarsi le prestazioni di Ederson, il quale però ha svelato che c’erano anche altri club disposti ad investire quella cifra per lui.
“Anche altri club l’avrebbero pagata, anzi forse pure di più“, dice Ederson in un’intervista rilasciata ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’. Ma il progetto dell’Atalanta è quello che l’ha convinto maggiormente: “C’era un piano di squadra, tornare in Europa, e uno personale: farmi diventare un giocatore migliore. Direi che al momento siamo in linea con questi obiettivi“.
Anche se i primi tempi non sono stati una passeggiata per il calciatore brasiliano: “All’inizio è stata dura, dopo i primi due/tre mesi mi sentivo giù. Ma chi mi vuole bene mi fece capire che era soltanto una questione di tempo e di lavoro“. La svolta? “Il giorno della vittoria a Roma contro la Lazio. Lì pensai: ‘Finalmente sono riuscito a fare tutto quello che il mister vuole da me’“. E il sogno Brasile è più vivo che mai: “Sinceramente ci penso tanto. Visto che sto facendo bene, spero che la chiamata sia più vicina adesso. Soprattutto se dovesse davvero arrivare Ancelotti“.
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