La penuria di attaccanti è evidente nella Nazionale Italiana. Non serviva di certo l’allarme di Roberto Mancini ad aprire la questione, visto che i pochi convocabili stanno facendo fatica per diversi motivi. Belotti è sparito dai radar, Immobile è spesso ai box per infortunio, Scamacca e Raspadori giocano poco. Per questo il ct ha deciso di pescare fuori e convocare Mateo Retegui.
La critica aperta da parte dell’allenatore dell’Italia è stata diretta a tutti i club, rimproverati per la mancanza di pazienza e scarsissima attitudine nel lanciare i giovani. Come invece fanno all’estero, magari proprio con i talenti italiani. L’esempio è stato quello di Willy Gnonto, cresciuto nel settore giovanile dell’Inter e poi volato all’estero per trovare continuità. Prima la Svizzera, poi la Premier League dove è diventato uno dei protagonisti. La critica di Mancini è nel non aver creduto in lui, un 2003 che ora vanta 4 gol e 3 assist in prima squadra. Proprio Wilfried Gnonto ha parlato in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’, confessando di avere ancora del timore reverenziale verso Mancini: “La verità? Provo la stessa sensazione. Mi ricordo quando ero piccolo all’Inter e lui allenava la prima squadra: era un idolo e non mi sarei mai aspettato di essere in Nazionale con lui”.
Gnonto giocherà da calciatore di Premier League contro l’Inghilterra per la prima volta: “È speciale per me e c’è in palio qualcosa di importante. Ha un valore doppio. Vialli? Ha cercato subito di farmi sentire parte del gruppo e di darmi consigli: i momenti passati insieme e le sue parole resteranno sempre con me”.
L’attaccante 19enne risponde poi alla questione del passato all’Inter che non ha puntato su di lui: “Occasione persa? Sarò sempre grato all’Inter, ma non la vedo come un’occasione persa. Ho dovuto fare una scelta, sono andato in Svizzera per giocare e penso di avere fatto quella giusta per me e la mia famiglia. Cerco di migliorarmi, perché la Nazionale è il posto dove voglio stare”. Su Retegui, il giudizio è rimandato: “Non tanto, ma se è arrivato vuol dire che ha delle qualità e secondo me ha bisogno di tempo per esprimerle”. Gnonto è ovviamente conoscitore del calcio inglese e delle differenze col nostro paese: “Mi ha colpito l’atmosfera. I tifosi sono sempre caldi, ti fanno sentire l’importanza della partita: capisci che c’è grande cultura del calcio. Le strutture lì sono al top. E in Italia ci sono più pressioni, credo. A Leeds i giocatori vengono lasciati tranquilli. Chi mi ha impressionato? Rashford”.
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