Fabio Caressa in diretta su Sky Sport parla in maniera durissima dell’ennesimo infortunio di Di Maria e della gestione di Pogba dell’operazione
La Juventus vince la settima partita di fila in tutte le competizioni, balzando al terzo posto ma soprattutto accorciando ulteriormente le distanze dal Napoli capolista battuto dall’Inter. I bianconeri ora si trovano a -7 dagli azzurri, quaso un’utopia a pensarlo qualche settimana fa, soprattutto dopo il terremoto societario.
Oggi la squadra di Allegri ha vinto 1-0 in casa della Cremonese, salvato però solo dalla punizione nel recupero di Arek Milik. Nonostante questo, in casa Juve restano ancora degli argomenti caldi che generano polemiche e fanno arrabbiare i tifosi. Come il rientro tardivo di Angel Di Maria e Leandro Paredes dall’Argentina dopo i festeggiamenti per il Mondiale. Ma soprattutto con la conseguente assenza del Fideo dalla trasferta di Cremona per l’ennesimo stop. Questo dopo una prima parte di stagione deludente e a singhiozzo da parte di Angel Di Maria. E anche Fabio Caressa non è stato assolutamente leggero con lui.
Lo stesso Fabio Caressa ha detto la sua durante ‘Sky Calcio Club’ a proposito dell’atteggiamento e il comportamente di Angel Di Maria: “Mettiamo che Di Maria continui a dire che ha qualche dolorino. Avrà giocato 40 minuti fino ad ora, ma una società come la Juve potrà andare a dirgli ‘Uno sforzo non lo puoi fare con tutto quello che ti do?’ Sta diventando una cosa insopportabile. Quello che sembra è che lui non stia facendo un grande sforzo”. Non solo, perché l’altro giocatore finito nel mirino per l’ennesimo slittamento del suo rientro, è chiaramente Paul Pogba.
E il giornalista rincara la dose pure sul francese: “Se poi il tifoso della Juve vede che quello fa la foto che fa finta di sciare, l’altro va sulla neve… Come è possibile che i giocatori della Juve continuino ad avere ricadute su ricadute? Sono situazioni sorprendenti. Pogba, Di Maria, Dybala, ora anche Chiesa. Scelta sbagliata per Pogba? Ma la società perché non interviene? Pago io, scelgo io. Allora tu mi firmi una carta, in cui dici che devi rientrare entro sei mesi e se non torni allora lo stipendio non te lo pago. Se la scelta è operarti il legamento a Londra o Bologna è un conto, un’altra cosa è decidere se operarsi o meno. Io capisco tutto, ma i giocatori prendono talmente tanti soldi che ci vogliono regole diverse. Devono prendersi le loro responsabilità sulle scelte. Non è possibile che ci siano solo diritti per loro”.
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